Bere in gravidanza fa male al nascituro. Una consapevolezza che è tuttavia fin troppo sottovalutata dalle future madri, e sulla quale la European Fasd Alliance (Eufasd) vuole invece riporre maggiore attenzione presentando la campagna “Too Young To Drink”, una iniziativa di comunicazione che riguarderà 20 Paesi, esponendo banner e poster rappresentanti un neonato in una bottiglia, immerso in differenti tipi di bevande alcoliche (vino, birra, rum, vodka, whiskey, brandy).
Una campagna già definita “shock”, che desidera sottolineare come siano 70 milioni le persone che nel mondo soffrono delle conseguenze legate all’esposizione all’alcol nel grembo materno.
Anche l’Italia farà parte del cluster di Paesi coinvolti, e – mediante l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), promuove, insieme al centro di alcologia del Policlinico Umberto I e all’Eufasd – promuoverà il terzo convegno europeo sulla Sindrome feto alcolica, in programma a Roma il 20 ottobre. “Poiché ad oggi non si conosce la quantità di alcol che si può consumare in gravidanza senza alcun rischio per il nascituro, il consiglio obbligato per le donne incinta e per quelle che cercano di avere un bambino è di non bere alcol” – spiegava Simona Pichini, ricercatrice Iss, all’Ansa.