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Bambino di 8 anni strangolato: la mamma lo credeva a scuola

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La storia di Andrea Loris Stival sta scuotendo l’opinione pubblica italiana per l’efferatezza di un crimine che sconvolge e impaurisce: stando a quanto ricordava La Stampa pochi minuti fa, il piccolo Loris, di soli 8 anni, sarebbe stato oggetto di tentata violenza e successivamente ucciso, con il suo corpo posizionato nelle campagne non troppo distanti dal paese.

Venerdì, Loris, studente di terza elementare presso un istituto del suo paese, nel ragusano, era stato accompagnato come ogni mattina dalla madre all’ingresso della scuola. Salutato il proprio figlio, la madre si allontana come sempre, nella convinzione che Loris entrasse nell’istituto. Tuttavia qui la storia cambia radicalmente: il bambino non entra a scuola e si allontana, verso un luogo ignoto e per motivazioni che non è ancora stato possibile chiarire.

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Quando suona l’ultima campanella, alle ore 12.30, la mamma attende suo figlio inutilmente dinanzi il cancello della scuola. La madre si informa dunque con i compagni di classe del figlio che, sbigottiti, le riveleranno che Loris non è mai entrato in classe.

La madre si allerta perché – anche se non era la prima volta che il bambino si allontanasse da scuola senza il suo consenso – non era mai capitato di non avere sue notizie per così tanto tempo. Da questo momento partono le drammatiche indagini, con i carabinieri che hanno visionato le immagini dell’impianto di video-sorveglianza della scuola elementare, ed hanno fatto intervenire i cani molecolari che hanno annusato il pigiama che il piccolo aveva indossato la notte prima.

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Il ritrovamento alle ore 17, quando il bimbo, privo di vita, è stato riconosciuto in un mulino abbandonato in località Scoglitti. Una prima particolarità risulta essere di drammaticità e di indagine: il mulino non è molto vicino alla scuola del bambino, ed è difficile pensare che il bimbo ci possa essere arrivato da solo, a piedi.

Secondo le ricostruzioni effettuate dal quotidiano La Stampa è pressochè certo che qualcuno abbia condotto lì il piccolo Andrea. Peppino Caggia, ex carabiniere proprietario del vecchio mulino che dà il nome alla zona, è solito passare le sue mattinate a zappare l’orto. E proprio due giorni fa era lì, nel luogo dove Andrea è stato portato, senza purtroppo vedere o sentire nulla. “Se Andrea Loris è arrivato fino a quel canalone di cemento, di sicuro non ci è arrivato da solo. Sono quasi tre chilometri dalla scuola. E poi la strada è pericolosa, è una provinciale dove le auto corrono. E nessuno l’ha visto” – ricordava il quotidiano torinese – “In conclusione, qualcuno ce l’ha portato, molto probabilmente in auto, e l’ha buttato giù. Loris probabilmente era già morto. Il referto dei medici legali parla di graffi sul corpo e dice che il cranio è gravemente danneggiato. Alla base del canalone ci sono tracce di sangue, ma non abbastanza copiose. Tutto lascia pensare che Loris sia stato ucciso altrove e che l’omicida si sia disfatto del cadavere al mulino vecchio”.

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