Storie di vita

Bambini nati da mamme morte: un drammatico “miracolo”

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Seppur rari, è possibile che la scienza possa “sostituirsi” al grembo materno, conducendo la gravidanza di una donna nella sua ultima parte, al fine di poter garantire al bimbo la possibilità di nascere con buone probabilità di salvezza.

I casi di bimbi nati da mamme morte sono pertanto veri, e non è certamente unico il caso in cui mamme malate terminali o vittime di incidenti, siano mantenute in condizioni utili da poter supportare la presenza del proprio bebè il più possibile.

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Fece piuttosto scalpore, nel 2006, la storia di Cristina Nicol, che nel 2006 fu strappata alla morte all’ospedale Niguarda di Milano. Cristina Nicol nacque “settimina” (al settimo mese), con un peso di circa 700 grammi. I chirurghi la fecero venire alla luce con un taglio cesareo operato su una madre già dichiarata spenta e dopo 78 giorni dalla morte cerebrale della donna.

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Ebbene, nonostante il caso fosse disperato, grazie al supporti di alcuni macchinari le funzioni vitali della gestante furono mantenute quanto più possibile stabili e normali, al fine di garantire il massimo progresso della gestazione.

Più recentemente, nel 2009, Aya Soliman nasceva dal ventre di Jayne Soliman, famosa campionessa di pattinaggio su ghiaccio. Anche in quel caso, naturalmente, il parto avvenne con un taglio cesareo straordinario perché praticato sul corpo della madre a sole 25 settimane di gestazione e 2 giorni dopo la dichiarazione di morte cerebrale della donna.

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Jayne Soliman fu uccisa da una emorragia cerebrale. Dopo il malore fatale, i medici scoprirono che la donna aveva un tumore al cervello mai precedentemente diagnosticato, e “reo” di averle profocato la rottura fatale di un vaso sanguigno. Ricoverata e morta di mercoledì, la donna divenne madre venerdì.

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Prima di staccare le macchine che tenevano caldo il corpo della sfortunata madre i medici ebbero comunque cura di accostare la bimba alla madre: una sorta di ideale passaggio di vita per un sogno di maternità che Jayne non ha potuto fruire da vita.

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Aya prese dunque “vita” dal ventre di Jayne, lasciando quella madre che non ha mai potuto conoscere. Alla nascita la bimba aveva un peso di solo 1,5 chili. Ricoverata in terapia intensiva, la sua vita ha avuto la meglio, e dopo qualche anno gli Stati Uniti l’hanno idealmente riabbracciata durante uno speciale sulla sua strana storia.

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