Da allora, alcuni ricercatori americani proseguirono le ricerche e hanno scoperto come effettivamente, l’ascolto di Mozart, migliora temporaneamente il ragionamento spaziale nei bambini sottoposti all’esperimento.
Oggi, uno studio della McMaster University di Hamilton ha dimostrato un effetto positivo dell’ascolto della musica nei bambini durante il primo anno di vita. La ricerca è stata condotta su un campione costituito da bambini di sei mesi di età, assegnati ad uno dei due gruppi: un programma di ascolto di musica strutturato composto da brani e strumenti a percussione e un programma di giochi a tema per i bambini (libri, blocchi e arte).
A 12 mesi, i bambini del primo programma hanno dimostrato un maggior sviluppo e una maggior capacità nella visualizzazione cerebrale avanzata. “Così le lezioni di musica attiva durante l’infanzia hanno avuto un effetto positivo sulla acquisizione e sullo sviluppo del cervello”, riporta la studiosa Laurel Trainor dell’Università di Hamilton.
E non solo, l’ascolto della musica nei bambini, li aiuta da grandi, a suonare uno strumento con prestazioni migliori rispetto ai coetanei che non si sono dedicati all’ascolto attivo della musica. Ed ancora, le aree del cervello che si attivano durante l’ascolto della musica nei bambini coinvolgono e stimolano le aree deputate alla lettura, alla matematica, al problem solving e al ragionamento spaziale, migliorando il livello di alfabetizzazione, la memoria verbale e matematica, e il quoziente intellettivo di tutti quei piccoli esposti all’ascolto delle note sonore.
In sintesi, ascoltare la musica non permette di rendere i bambini normodotati dei geni, ma può aiutare a migliorare la memoria, l’attenzione e cercare riprodurre i suoni ascoltati può costituire un vero e proprio allenamento per il cervello che apprenderà ad immagazzinare maggiori informazioni.