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Attentato di Londra, la rivelazione: è figlio di un’italiana il terzo attentatore. Ora la donna racconta: “Ecco come è diventato un terrorista”

 

Si chiama Youssef Zaghba è nato a Fez nel gennaio 1995 da padre marocchino e madre italiana. È lui il terzo attentatore di Londra, come ha rivelato il Corriere della sera. Insieme a Khuram Butt e Rachid Redouane sabato sera ha portato avanti l’attacco nella capitale britannica, poi tutti e tre sono stati uccisi dalla polizia. L’intelligence italiana aveva segnalato la sua presenza e i suoi frequenti spostamenti sia alle autorità marocchine, sia a quelle britanniche. I genitori di Zaghba avevano vissuto per un periodo insieme in Marocco. Poi, la separazione e la madre la madre, Valeria Collina, rientra in Italia per stabilirsi in provincia di Bologna. Qui è facile notarla perché, vivendo in paesino di poche anime, attira l’attenzione indossando il velo tutti i giorni, perché convertita all’Islam. Il figlio è venuto più volte a trovarla e nel marzo 2016 è stato fermato all’aeroporto di Bologna mentre cercava di prendere un volo per la Turchia e poi raggiungere la Siria. la sua identità era stata finora tenuta riservata. dopo il fermo, è stato denunciato per terrorismo internazionale. Da quell’accusa è stato poi prosciolto ma l’Italia l’aveva comunque inserito nelle liste delle persone a rischio. Attualmente aveva ottenuto un lavoro stagionale in un ristorante di Londra e continuava ad avere contatti con la madre in Italia. Nel nostro Paese era stato l’ultima volta lo scorso anno. L’ultima volta che la madre ha sentito la sua voce al telefono, racconta all’Espresso, è stato giovedì: «Con il senno del poi mi rendo conto che quella era una telefonata d’addio. Pur non avendomi detto nulla di particolare lo sentivo dalla sua voce». Sgomento tra i parenti (nella foto la zia materna). (Continua dopo la foto)

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Giovedì hanno chiacchierato e scherzato sull’accoglienza che lui le avrebbe riservato a Londra dove lei aveva programmato di andare per festeggiare la fine del Ramadan. Valeria si ammette: «Capisco e condivido la scelta degli imam che non vogliono celebrare il suo funerale perché è necessario dare un forte segnale politico e un messaggio ai famigliari delle vittime e ai non musulmani». Giura che dedicherà la vita a impegnarsi «perché non accada più». E per farlo ha già individuato la strada: «Insegnare il vero islam alle persone». (Continua dopo le foto)

valeriafbvaleriadentro1Non aveva più notizie di suo figlio da venerdì scorso. Non sapeva molto di quello che faceva Youssef in Inghilterra, pensava che lavorasse regolarmente. «Abbiamo sempre controllato le amicizie e verificato che non si affidasse a persone sbagliate», ha detto. Ma a Londra, in quel quartiere che «non mi ha mai trasmesso serenità» e «ha frequentato le persone sbagliate. Aveva però internet ed è da lì – accusa – che arriva tutto. Né in Italia né in Marocco, dove studiava informatica all’Università di Fes, si era mai lasciato trascinare da qualcuno».