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Arriva dall’America un esame della saliva per capire se è lui l’uomo della tua vita

 

E’ tutta questione di chimica: estrogeni e testosterone, innanzitutto che cominciano a danzare in un continuo andirivieni tra te e lui. Poi dopamina, norepinefrina, serotonina. Infine ossitocina e vasopressina. Sostanze (ormoni e neurotrasmettitori) che guidano tutto il complicato processo del desiderio, a partire dall’eccitazione sessuale del primo appuntamento, per poi proseguire con la fase dell’innamoramento ed evolvere con l’affetto e l’attaccamento reciproco, quello che alla lunga dà la stabilità di una relazione. Molecole che fanno battere il cuore, fanno passare l’appetito, fanno arrossare le guance e provocano insomma nel cervello e nell’intero organismo tutti i segni della follia d’amore. Ma allora, hanno pensato in America, tanto vale indagare gli ormoni, per capire se “lui” è quello giusto. Ecco cosa si sono inventati.

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Meglio prima che dopo, meglio rivolgersi a Istant Chemistry, una start up nata a Toronto su iniziativa di due giovani neuroscienziati, Ron Gonzalez e Sara Seabroke. L’idea di fondo? Che il DNA possa essere d’aiuto a capire se il partner è proprio quello adatto. I due membri della coppia che vogliono iscriversi al programma di matching ricevono dunque due fiale nelle quali mettere un campione di saliva. Instant Chenmistry procede poi a estrarre alcune informazioni genetiche. Il responso di compatibilità arriva qualche settimana dopo, insieme alle istruzioni per comprendere i risultati del test. Una sorta di “manuale d’amore” che per 199 dollari vorrebbe spiegare se sarà una storia a lieto fine. E nonostante lo scetticismo dei genetisti, quelli veri, a dare fiducia a questa start up sono state sino ad oggi oltre 300 coppie.

Le informazioni fondamentali, dice lo startupper, sono in primo luogo quelle relative al sistema dell’antigene leucocitario umano (HLA), responsabile della regolazione del sistema immunitario ma anche della percezione dell’odore altrui, e dunque con una funzione fondamentale nella scelta di un partner. Altri dati estratti dal campione riguardano i recettori per serotonina e ossitocina, tratti che secondo i due canadesi sono in grado di raccontare molto del carattere di una persona, sulla sua capacità di vivere le emozioni o di resistere alle situazioni di stress. Anche il recettore della dopamina D4, assicura Gonzalez, ha la sua importanza: le persone con la variante 7R+ sono più avventurosi, amano il rischio e sono gli amanti migliori, mentre quelli con la variante 7R- sono dei moderati sedentari.

Naturalmente il DNA non è tutto. E Gonzalez lo sa bene. Per questo ha stretto un accordo con SingledOut, un servizio di appuntamenti online che si appoggia sul network professionale LinkedIn. Dalla partnership nasce un’offerta completa per i suoi iscritti: non soltanto un matching genetico, ma anche un’analisi degli interessi e delle caratteristiche sociodemografiche delle aspiranti coppie, che alla lunga potrebbero rivelarsi più affidabili di antigeni e molecole.

Altrimenti si può sempre ripiegare sui cosiddetti “pheromone parties”, le feste a base di feromoni sessuali. Si tratta di incontri nei quali gli invitati indossano magliette impregnate di feromoni, appunto: sostanze prodotte da alcune ghiandole (quelle sudoripare, per esempio) che nelle intenzioni dovrebbero accendere il desiderio nella persona che si ha davanti, o dare quantomeno delle indicazioni di massima sull’eccitazione reciproca. Il mercato di questi ormoni, com’è ovvio, è fiorente. L’efficacia non è garantita. Ma l’importante è annusarsi prima del sì.