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Appena nato Andrea è cianotico: i medici lo soccorrono con l’ossigeno, ma nel tubo scorreva protossido di azoto, un gas anestetizzante. Con conseguenze terribili sul suo corpicino

 

Era nato cianotico e i medici avevano deciso di soccorrerlo con l’ossigeno, ma nel tubo invece scorreva gas anestetizzante. Il bambino è nato il 28 ottobre del 2010 al Policlinico di Palermo, aveva un colorito bluastro. I medici del reparto maternoinfantile decisero di somministragli ossigeno. Senza sapere che nel tubo dell’impianto scorreva invece protossido di azoto, un gas anestetizzante che il neonato respirò per 68 secondi. Il piccolo è stato trasferito in terapia intensiva quando i medici si sono accorti che stava soffocando.  Ma ormai era troppo tardi: Andrea ha 7 anni e non può né camminare né parlare perché  ha riportato un’encefalopatia grave e una compromissione neuromotoria irreversibile. Ora il primo grado del processo per quanto gli è successo si è chiuso con tre condanne e una provvisionale di un milione e 400mila euro, immediatamente esecutiva. Il giudice monocratico Marcella Ferrara condannato a tre anni il proprietario della ditta (la “Sicilcryo srl”) Francesco Inguì e il direttore dei lavori Aldo La Rosa che installarono in modo errato l’impianto dell’ossigeno al reparto di maternità. (Continua dopo la foto)

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Un anno e sei mesi, pena sospesa, al direttore del dipartimento materno infantile del Policlinico, Enrico De Grazia, oggi in pensione. Una provvisionale di un milione e 400 mila euro immediatamente esecutiva. Cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per il titolare della ditta e per il direttore dei lavori. (Continua dopo le foto)

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I genitori del piccolo, Giovanni e Cecilia, hanno denunciato non solo il dramma del bambino che, per quel tragico errore non potrà mai camminare o parlare ed è costretto a cure costanti, ma anche le lentezze della giustizia. Il processo infatti è iniziato nel marzo del 2013, ma, a maggio dell’anno scorso, era già passato in mano a sette giudici diversi.  Il reato contestato è quello di lesioni colpose gravissime e si prescriverà a metà dell’anno prossimo, ben prima dunque che si possa arrivare a un verdetto definitivo. Secondo il sostituto procuratore Gianluca De Leo tutto è stato causato da un errore nella realizzazione dell’impianto per i gas medicali.