Gravidanza

Dieta in gravidanza, come mangiare per evitare malformazioni al bambino

 

La salute della donna in gravidanza è fondamentale per la salute del feto e del bambino che sarà. A volte ossessionate dai chili di troppo che la gravidanza inevitabilmente induce, a volte perché proseguiamo con le nostre abitudini come se nulla fosse, possiamo mettere il bimbo a serio rischio di malformazioni. Ecco cosa non deve mancare nella nostra dieta e cosa invece va eliminato.

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La ricerca scientifica, in particolare, sta studiando le caratteristiche fisico-chimiche dei nutrienti e i loro meccanismi di azione sulle cellule e sul Dna, per capire come i fattori nutrizionali agiscono sullo sviluppo del feto, portando a malformazioni congenite e disturbi della crescita.

Una dieta il più possibile varia, equilibrata e sana è fondamentale per garantire un apporto bilanciato di tutti i nutrienti necessari alla mamma e al bambino. La dieta mediterranea è considerata il modello nutrizionale ideale. Tuttavia, anche se una dieta corretta in gravidanza riduce il rischio di malformazioni fetali, ci sono alcuni nutrienti il cui apporto potrebbe essere non del tutto “coperto” dall’alimentazione quotidiana, per quanto sana ed equilibrata: in questi casi può essere consigliata un’integrazione.

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Cosa integrare? Il più importante integratore in gravidanza è l’acido folico, detto altrimenti folato o vitamina B9. Non viene prodotto dall’organismo e quindi deve essere assunto con il cibo. Le principali fonti alimentari sono i vegetali a foglia larga, il fegato, gli agrumi, i legumi e il pane integrale. Negli ultimi decenni, l’acido folico è stato riconosciuto come un elemento essenziale nella prevenzione delle malformazioni neonatali, specialmente quelle a carico del tubo neurale (la struttura da cui si formano cranio, cervello, colonna vertebrale e midollo spinale). È essenziale per la sintesi del Dna e delle proteine e per la formazione dell’emoglobina, importante per i tessuti che vanno incontro a processi di proliferazione e differenziazione, come quelli embrionali. Per questo durante la gravidanza (ma già prima del concepimento), il fabbisogno di questa sostanza è raddoppiato, passando da 200 a 400 mcg giornalieri.

NO all’alcol L’alcol ingerito dalla madre giunge dopo pochi minuti nel sangue del feto, ma il feto non può metabolizzarlo perché è privo degli enzimi adatti a questo compito, di conseguenza l’alcol e i suoi metaboliti si accumulano nel suo sistema nervoso e in altri organi danneggiandoli.