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“Trattata come una bestia e insultata mentre partorivo”. Denuncia choc di una madre: il racconto di tutto quello che le hanno fatto è da brividi

 

Parto da incubo al Cardarelli per una biologa casertana. La donna ha raccontato di essere stata trattata in maniera troppo brusca dall’ostetrica di turno, che l’avrebbe anche costretta a camminare con le proprie gambe nel reparto per partorire nonostante i suoi evidenti problemi motori dopo aver rotto le acque: “Abbassa questo culo”, “Che fai la ballerina?” Sono solo alcuni degli epiteti proferiti contro la donna. A raccontare tutto è il quotidiano Repubblica che riporta come la donna sia stata costretta “a raggiungere a piedi la sala parto”, dopo che si erano rotte le acque. Medicata “come se stessero trattando una bestia, io soffrivo e l’ostetrica si lamentava del caldo”. E durante la notte “nessuno che veniva a controllarmi, perché medici e infermieri dormivano”. È il racconto “allibito” della donna che ha dato alla luce all’ospedale Cardarelli la sua seconda bambina. Il 9 agosto ha inviato una lettera denuncia all’ospedale. La direzione ha aperto subito un’indagine interna: “Se nei nostri reparti esistono comportamenti poco consoni, è nostro dovere individuarli”. La donna donna, M. F., arriva il 4 aprile in ospedale con le contrazioni. L’ incubo inizia con il cambio turno dopo le 20. (Continua dopo la foto)

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Entra in servizio un’ostetrica che “elencava tutti i suoi malanni in dialetto, urlava di avere la pressione alta e questo atteggiamento cominciò a spaventarmi”, scrive. I dolori aumentano, si rompono le acque: “L’ostetrica, urlando dal corridoio che portava alla sala parto, disse di raggiungerla a piedi ma io non riuscivo neanche a tenermi in piedi. Mia madre vide che, in quel corridoio, l’infermiera diceva all’ostetrica che io non ce la facevo a camminare e l’ostetrica insisteva dicendo in maniera sgarbata di forzarmi a farmi camminare per raggiungere la sala parto. Io mi aggrappai all’infermiera e riuscii a raggiungere il lettino della sala parto”. (Continua dopo le foto)

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“L’ostetrica – scrive ancora – non mi ha sostenuto per niente, né gestita nella respirazione, ho sopportato tutte queste denigrazioni perché l’unico mio obiettivo in quel momento era mettere alla luce mia figlia senza provocarle danni». Intanto va espulsa la placenta, dopo il parto: “Sanguinavo molto – scrive ancora la donna – l’ostetrica con modi sgarbati e mortificanti mi puliva come se stesse trattando una bestia, schifata come se io non fossi una persona e lamentava continuamente di sentire caldo, mentre io soffrivo su quella maledetta sedia”. Contattato da “Repubblica”, il direttore generale del Cardarelli, Ciro Verdoliva ha detto: “Capiremo in tempi brevi come sono andate le cose. È un dovere anche nell’interesse dei dipendenti del Cardarelli che lavorano con abnegazione e vedono sacrificati i propri sforzi per colpa di pochi. Ascoltare i pazienti aiuta a raggiungere il nostro obiettivo: garantire salute”.

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