Toxoplasmosi in gravidanza
Gravidanza Guide e Consigli Malattie

Toxoplasmosi in gravidanza: definizione, prevenzione e terapia

Toxoplasmosi in gravidanza

La toxoplasmosi è un’infezione provocata da un parassita: il toxoplasma gondii. Tra la miriade di analisi che il ginecologo ti farà eseguire all’inizio della gestazione, ci sarà anche il toxo-test: un esame utile per valutare se hai già passato l’infezione.

Spesso infatti questa è del tutto asintomatica e potresti averla contratta senza nemmeno accorgertene. Essendo inoltre autoimmune, l’organismo provvede autonomamente a sviluppare gli anticorpi preposti a debellarla. Il problema sorge se viene contratta in gravidanza poiché, potrebbe attraversare la placenta infettando il feto e provocando gravi danni. Il toxo-test produrrà due risultati: il valore degli anticorpi IGG e il valore degli anticorpi IGM . Se l’esito delle analisi rileverà la presenza degli anticorpi Igg, non ci sono problemi poiché hai già contratto e sconfitto l’infezione e ciò ti rende immune da ulteriori contagi.

Se sono presenti gli anticorpi IGM devi consultare subito il ginecologo perché significa che sei stata contagiata di recente e devi iniziare la terapia antibiotica al più presto.

Se invece il toxo test è negativo per cui non sono presenti né anticorpi IGG né anticorpi IGM, dovrai adottare una serie di misure preventive finalizzate a scongiurare il rischio di contagio durante la gestazione e dovrai ripetere l’analisi ogni mese.

Quali sono i comportamenti da evitare per non contrarre la toxoplasmosi?

In casa

Spesso si associa la toxoplasmosi al contatto diretto con i felini ma questo non è un buon motivo per preparare la valigia al nostro amico a 4 zampe, sarà sufficiente adottare qualche misura preventiva. Per esempio, visto che le maggiori vie di contagio sono le feci e le urine di gatti infetti, delega la pulizia della sua lettiera a qualche familiare.

In giardino

Dovrai prestare attenzione anche nel momento in cui ti prendi cura del tuo giardino o delle tue piante poiché qualche gatto randagio potrebbe aver deciso di lasciare un ricordino proprio in quell’angolo di terra. Ma anche in questo caso non farne una malattia: indossa un paio di guanti., evita di strofinare occhi, mani e bocca mentre esegui le tue opere di giardinaggio e quando avrai finito lavati accuratamente le mani.

In cucina

La cosa che sicuramente ti peserà di più saranno le rinunce culinarie. Il parassita infatti potrebbe annidarsi anche nella carne cruda e se non sei immune alla toxoplasmosi, per un po’ di tempo dovrai dire addio al prosciutto crudo a tutti gli insaccati che non sono cotti. Però potrai sempre rifarti con la mortadella!

Bollino rosso anche per la carne al sangue per il carpaccio e per il roast beef. La carne deve essere cotta benissimo e dopo aver toccato la carne cruda ricorda di lavare sempre le mani con il sapone.

Per quanto riguarda la verdura, prediligi quella industriale,in questo delicato momento è molto più sicura della genuina insalatina di campo del contadino sotto casa. In ogni caso la verdura cruda deve essere sempre lavata almeno due volte, prevedi un terzo lavaggio con un goccio di amuchina e poi risciacquala ancora.

La verdura cotta non presenta alcun tipo di problema poiché ad una certa temperatura il virus anche se presente muore.

Gli ortaggi e i frutti che crescono a terra devono subire lo stesso procedimento mentre i frutti che crescono sugli alberi sono più sicuri, non richiedono quindi il lavaggio con l’amuchina.

Quando la toxoplasmosi è più pericolosa?

In linea generale agli inizi della gravidanza è più difficile che il virus riesca a passare la placenta poiché è più spessa e resistente, ma se il virus arriva al feto può arrecare danni al sistema nervoso centrale, al tessuto connettivo ovvero può provocare un aborto spontaneo. Man mano che passano i mesi, aumenta la possibilità di contagio del feto a causa dell’invecchiamento della placenta, ma diminuisce l’entità dei danni causati dall’infezione.

Cosa succede se si contrae la toxoplasmosi in gravidanza?

Il ginecologo ti prescriverà una amniocentesi e attraverso l’analisi del liquido amniotico verificherà se il parassita ha contagiato il feto. Dovrai inoltre seguire una lunga terapia antibiotica in grado di giungere anche al bambino e sarai costantemente monitorata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *