Famiglia

“Sì, lo facciamo spesso…”. Alessandro Gassman sempre attento alla privacy, adesso però vuota il sacco

 

“È una donna splendida, forte, in casa le decisioni le prende lei. A lungo, si è tirata fuori dal lavoro per sostenere la famiglia e me. Incontrarci è stata una fortuna. (…) Credo che fra me e Sabrina duri perché ci amiamo con intelligenza e complementarità. La cosa strana è che litighiamo spesso. Parecchio e non stancamente”. Alessandro Gassmann, ora nei cinema con il film Beata ignoranza, a cuore aperto sulla moglie, l’attrice Sabrina Knaflitz che ha fatto sua compagna da 25 anni e sul figlio Leo, che ammette: “Non è un fighetto”, ma “è molto più serio di quanto non fossi io alla sua età” perché “studia, è più intelligente, fa sport, è appassionato di filosofia”. Leo è nato nel 1998. L’attore, terzogenito del grande Vittorio, è stato poi interpellato sulla tartaruga che qualche anno fa mostrò nel calendario (2001) di Max: “C’è, ricoperta da adipe in avanzamento con l’età. Ma sono in buono stato rispetto agli anni che ho. Faccio una vita sana e beneficio dello sport praticato da ragazzo”. (Continua dopo la foto)

gassmanddentro2Ma la sua vita ha attraversato anche momenti difficili, come quella di tutti del resto. A proposito del padre e della sua depressione: “Non era facile stargli accanto. Ho dovuto imparare a comunicare con lui. Il segreto era non farlo sentire malato, non assecondarlo. Se non voleva alzarsi dal letto, lo spronavo, minimizzando. Dicevo: se ti alzi non succede niente, vedi? Papà aveva momenti in cui era molto giù, ma per fortuna altri in cui era persino entusiasta”.

(Continua dopo le foto)

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gassmandentro1Gassmann ha anche confessato di aver sofferto di attacchi di panico e di averli superati grazie all’analisi: “Il primo lo ebbi in teatro. Ora sono passati, all’inizio grazie ai farmaci, poi con l’analisi, il regalo più importante fatto a me stesso. Ho imparato che non devo essere io a risolvere tutti i problemi del mondo. Prima, mi sembrava inopportuno chiedere favori, ora ho imparato ad affidarmi alle persone vicine. Mi restano piccole paure. Quella dei cani, perché da ragazzo ne vidi uno mordere una donna, e la paura di nuotare dove non vedo il fondo, ma poi nuoto lo stesso”.