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Sgridare il bimbo: cerchiamo di capire perchè non serve!

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Sono tantissimi i genitori che, più o meno frequentemente, ricadono nel “rimprovero” e nella “sgridata” per cercare di sensibilizzare i bambini su ciò che non dovrebbero o dovrebbero fare, cercando dunque di perseguire una strategia educativa non sempre efficace.

Il principale problema è legato al modo con cui avviene la “sgridata” e, oltre tutto, dalla sua frequenza. Se infatti un rimprovero ogni tanto può essere ben ammesso e può contribuire a far comprendere al bambino la gravità di qualche gesto, se il rimprovero è continuo o molto frequente finirà con l’essere interpretato dal bimbo come una sorta di “intercalare” lamentoso del genitore, o – nel peggiore dei casi – come uno strumento per demotivarlo.

In altre parole ancora, cercare di rimproverare troppo il proprio bimbo costituisce un atteggiamento al quale vostro figlio… “finirà” con l’abituarsi, con la conseguenza di ignorare totalmente i vostri rimproveri.

Dunque, affinchè il rimprovero sia effettivamente utile, dovrà essere sufficientemente raro. In altri termini, dovrà essere un evento talmente eccezionale, tale da indurre il bimbo a comprendere che quella volta l’ha fatta veramente grossa. Un evento sul quale potrà così essere riportata la giusta attenzione, evitando che le scorrettezze proseguano su ritmi sgraditi.

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In aggiunta a quanto sopra, ricordate che sono sempre di più gli psicologi infantili che sono concordi nel ritenere come il rimprovero – inteso come un continuo richiamo a non fare certe determinate cose – non ha alcun riscontro utile per la buona educazione del figlio. Anzi, può limitare nel bambino il suo istinto alla conoscenza, all’esplorazione, alla sperimentazione, e può penalizzare addirittura la sua autostima.

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Dunque, riepiloghiamo: sgridare il bambino “serve” solamente quando di fronte a una regola importante, di natura sociale o di natura civile, il bambino sta commettendo un grave errore materiale o di valutazione, che potrebbe sfociare in conseguenze molto gravi per lui o per chi gli sta intorno.

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Proprio per rafforzare l’utilità di cui sopra, è necessario che il rimprovero sia fatto nel momento stesso in cui l’azione “cattiva” si sta realizzando, in maniera tale che il bimbo possa facilmente ricollegare la sua attività con le conseguenze prospettate, con il pericolo tra l’azione e la reazione del genitore.

Di contro, rimproverare troppo spesso il bambino non servirà a nulla e, anzi, potrebbe avere delle conseguenze molto negative sui genitori (che si sentiranno sviliti dal fatto che il bimbo non li “ascolta”) e sul bimbo, per i motivi che sopra abbiamo avuto modo di anticipare.