Concepimento

Senza tube e senza ovaie, diventa mamma. Il miracolo della scienza: il primo intervento del genere in Italia ridà speranza a molte donne

 

Fino a qualche anno fa una donna nelle sue condizioni non sarebbe mai potuta diventare madre se non per un miracolo. Oggi non più. Trentuno anni, tanta voglia di diventare mamma, la possibilità concreta di provarci. La protagonista di questa storia di sanità è una giovane colpita da una rara malattia ereditaria, la sindrome di Gorlin, che l’ha costretta a subire l’asportazione di entrambe le ovaie e delle tube. Poteva essere l’epilogo di qualsiasi pensiero di gravidanza futura, e invece ad aprire le porte a un finale diverso è stato un intervento eseguito per la prima volta in Lombardia all’ospedale San Raffaele di Milano: un trapianto di tessuto ovarico, precedentemente prelevato dalla paziente stessa e crioconservato, che farà sì che una donna sterile possa tentare di avere un figlio.
Come riporta Adnkronos, a operare è stata un’équipe dell’Unità di ginecologia e ostetricia e del Centro scienze della natalità dell’Irccs di via Olgettina, sotto la guida di Massimo Candiani, in collaborazione con Dror Meirow, direttore del Centro per la preservazione della fertilità dello Sheba Medical Center in Israele. E le premesse per rendere possibile l’intervento sono state poste ben prima. (Continua dopo la foto)

ddentroDi che malattia si tratta? La sindrome di Gorlin provoca la formazione di fibromi ovarici che alterano gravemente la morfologia pelvica e avrebbero reso impossibile una gravidanza futura per la giovane paziente. Ma nel corso dell’intervento di asportazione del secondo ovaio, eseguito al San Raffaele un anno fa, i chirurghi erano riusciti a prelevare una parte del tessuto ovarico sano affinché potesse essere crioconservato e reimpiantato. (Continua dopo le foto)

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Il centro accoglie ogni anno oltre mille coppie che non riescono ad avere un bambino spontaneamente. Dei circa duemila trattamenti di Pma all’anno, più del 35% porta a una gravidanza, con un tasso di gravidanze gemellari inferiore al 12%, spiegano dalla struttura. Tra le attività del centro c’è anche la preservazione della fertilità sia nelle donne sane che desiderano programmare una gravidanza più avanti negli anni (social egg freezing), sia nelle donne che devono sottoporsi a trattamenti che potrebbero danneggiare la loro fertilità, come le terapie anticancro (alle pazienti oncologiche, in particolare, è riservato un percorso prioritario), sia in pazienti affette da patologie che possono mettere a rischio la funzionalità ovarica, ad esempio l’endometriosi.