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“Sarah, vi dico io chi l’ha uccisa. Perché non mi credete?”. Delitto di Avetrana, a parlare è di nuovo zio Michele. L’uomo racconta: “Quel giorno…”

«Sono stato io e spero che finalmente la Cassazione capisca che solo questa è la verità. Come devo dirlo? Ho ucciso io Sarah. Sabrina e Cosima non c’entrano niente. Non mi sarei mai preso la colpa al posto loro». Giallo di Avetrana, al telefono con la Stampa Michele Misseri si accusa ancora, alla vigilia del processo in Cassazione che dovrà confermare o meno le due condanne all’ergastolo per sua moglie e sua figlia. L’ennesima confessione di zio Michele, reo confesso a piede libero (nonostante la condanna a 8 anni per occultamento), mentre le due donne che si dichiarano innocenti sono in carcere da anni (sei Sabrina e cinque Cosima). La confessione di Misseri, come si legge nel ricorso dei difensori di Sabrina Misseri, Franco Coppi e Nicola Marseglia, «era assistita da puntuali riscontri. Misseri aveva rivelato il luogo dell’occultamento del cadavere, aveva condotto gli inquirenti al pozzo in contrada Mosca, aveva indicato il luogo ove si era fermato per denudare il cadavere e dove aveva bruciato i vestiti di Sarah». Ma non solo: Misseri ha sempre dichiarato di non aver avuto il coraggio di costituirsi, ma di aver «tentato in tutti i modi di far confluire su di sé i sospetti per l’omicidio». (Continua dopo la foto)


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A questo scopo aveva portato il cellulare di Sarah, ancora in suo possesso, in luoghi dove sarebbe stato facile trovarlo. E pochi giorni prima dell’interrogatorio in cui confessò fece finta di aver trovato il telefono di Sarah. «La sua confessione, quindi, corrisponde puntualmente alla condotta da lui tenuta dal momento dell’uccisione della nipotina e appare assolutamente credibile», rilevano i difensori.

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SARAH: AL VIA REQUISITORIA PM, 'PROCESSO PER MASSACRO BAMBINA'

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Mentre la ritrattazione, sempre secondo i due avvocati, sarebbe evidentemente falsa. Infatti nell’incidente probatorio Michele Misseri, per sostenere la nuova versione ha inventato «la storiella del “giuoco del cavalluccio” nel corso del quale Sarah, che recitava la parte del destriero, sarebbe scivolata rimanendo strozzata dalle briglie». La sentenza di appello, come già quella di primo grado, sostiene che la responsabilità di Sabrina non discende dalle accuse del padre, ma risulta da prove indipendenti. Potrebbe arrivare con la Cassazione la parola fine, dopo quasi 7 anni, sul delitto di Avetrana: la prima sezione penale è chiamata a decidere se confermare o meno la sentenza di condanna all’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, madre e figlia, accusate di aver ucciso nell’agosto 2010 la quindicenne Sarah Scazzi, cugina e nipote delle due, trovata senza vita in una cisterna d’acqua nelle campagne circostanti Avetrana, in provincia di Taranto.  Ma intanto Michele continua a professarsi colpevole.