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Salmone affumicato in gravidanza, i risultati di un recente studio

salmone

Il pesce è un alimento molto importante nell’alimentazione umana e, in essa, anche in gravidanza. Il pesce contiene infatti elevate quantità di proteine, scarsi apporti di grassi, e importante apporti di acidi grassi omega 3. Tuttavia, i pesci sono altresì ricchi di mercurio (specialmente in quelli di grandi dimensioni), e per questo motivo si ritiene che il loro consumo quotidiano possa essere nocivo.

Per i motivi di cui sopra, il Ministero della Salute ha identificato un quantitativo di sicurezza da non superare: nel caso del salmone, il limite è rappresentato da 250 grammi a settimana, mentre per il tonno in scatola il limite è di 50 grammi a settimana. Ma cosa avviene se si mangia del salmone affumicato in gravidanza?

Genericamente, i medici consigliano di non mangiare salmone affumicato in gravidanza, mentre non vi sono grandi problemi nell’assunzione di salmone fresco, acquistato in pescheria, se assunto nelle dosi consigliate. Il motivo per cui il salmone affumicato viene sconsigliato in gravidanza è abbastanza semplice da ricondurre: tale alimento può infatti contenere un batterio noto con il nome di Listeria Monocytogenes, che si adatta a vivere in ambienti in cui altri elementi non riescono a sopravvivere. La Listeria è dunque un pericolo durante la gravidanza, poiché in grado di generare seri danni al bambino in crescita.

Detto ciò, è anche possibile rassicurare le future mamme che hanno casualmente ingerito salmone affumicato, ricordando come uno studio del Journal of Food Science redatto nel 2009 abbia dimostrato come il processo di affumicatura a caldo possa uccidere il batterio e produrre un salmone affumicato sostanzialmente sicuro. Dunque, nel caso di alimentazione di salmone affumicato, meglio assicurarsi che nell’etichetta appaia la dicitura “affumicato a caldo” (“hot smoked salmone”), al fine di appropriarsi di una maggiore garanzia di sicurezza.

Ricordiamo in ogni caso come la Listeriosi sia particolarmente donna non solamente per le donne in stato interessante, quanto anche per i bambini piccoli e per gli anziani. La trasmissione della malattia è legata espressamente al canale alimentare, considerato che il batterio riesce a sopravvivere anche alle basse temperature del frigorifero (ma non con la cottura oltre i 70 gradi!).

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Dunque, il salmone è un alimento r8icco di sostanze nutrititive, in grado di aumentare il livello di acido grasso nel sangue e nel latte materno, e in grado di ridurre la presenza di immunoglobuline, anticorpi fondamentali per poter proteggere il bambino dalle infezioni dei primi mesi di vita. Tuttavia, attenzione a mangiare questo alimento con leggerezza, soprattutto se non è fresco, ed è affumicato con sistemi non ritenuti sicuri.

Per quanto ovvio, in caso di maggiori informazioni, e di necessità di chiarimenti su tale abitudine alimentare, il nostro consiglio è quello di parlarne in maniera aperta e tempestiva con il vostro medico di fiducia, con il quale potrete avere un confronto su tutti i rischi derivanti dal Listeria Monocytogenes, e attraverso cui potrete ottenere validi consigli su come impostare la vostra alimentazione in modo sano e corretto. Per voi e per il vostro bimbo.