Salute e benessere

Più facile a farsi che a dirsi: come leggere le etichette dei prodotti che compriamo e i 6 elementi che non devono esserci

 

Più semplice a farsi che a dirsi: spesso il cibo nasconde insidie per la salute e l’unico modo per difenderci è leggere bene l’etichetta, vera e propria carta d’identità di quello che arriva sulle nostre tavole. Ecco le sigle misteriose e quei 6 alimenti che non dovrebbero esserci.

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Person Reading Nutrition Label on Packaged Food

Allergeni: in etichetta devono essere distinti dagli altri ingredienti “per dimensione, stile o colore”. I più noti sono latte, cereali contenenti glutine, uova, soia, frutta a guscio. Ma anche i solfiti, riportati sul vino solo se superiori a 10 mg/l e utilizzati a volte per “correggere” la non elevata qualità della materia prima.

Edulcoranti: sostituiscono lo zucchero, hanno meno calorie ma qualche problema in più per la salute.

Esaltatori di sapidità: il più noto è il glutammato di sodio (E621) aggiunto nei cibi spesso per mascherarne i difetti di qualità. Sono fonte di possibili allergie, tra le quali la cosiddetta “sindrome da ristorante cinese”, caratterizzata da mal di testa, vampata e affaticamento.

a trolley in a supermarket

Supermarket.

Supermarket.

Coloranti: usati per rendere i cibi attraenti, alcuni sono innocui come curcumina e carotene o cocciniglia, ma altri no. Come il giallo chinolina(E104) e il rosso allura (E129) accusato di provocare disturbi sul comportamento dei più piccoli, che può essere presente nelle carni e nei crostacei. Da evitare anche il biossido di titanio (E171) e l’alluminio (E173), usati nei dolci.

Conservanti: aiutano ad evitare la proliferazione dei microrganismi ma è bene non abusarne. È il caso del nitrato di potassio (E252), del nitrito di potassio (E249) e del nitrito di sodio (E250). Aggiunti nelle carni, fresche e insaccate, per evitare lo sviluppo del botulino e evitare che diventino grigie, una volta ingeriti, si trasformano in N-nitrosammine, sostanze cancerogene. Molti insaccati, come i prosciutti dop, li vietano.

Aromi: spesso sono l’ultimo ingrediente della lista. Ma “in una sola, parola si nasconde un mondo del tutto sconosciuto ai consumatori. Ne esistono quasi 3.000 a disposizione dell’industria” ma l’unica informazione in etichetta riguarda se quelli presenti siano aromi di sintesi (identificati semplicemente con la dicitura “aromi”), oppure naturali.