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Parto prematuro, in sperimentazione farmaco per evitare i rischi

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Stando a quanto è stato reso noto pochi giorni fa, i ricercatori della GlaxoSmithKline starebbero sperimentando positivamente un nuovo farmaco per trattare le donne in dolce attesa che rischiano di andare incontro a un parto prematuro.

Il farmaco, il Retosiban, potrebbe pertanto candidarsi come nuovo antagonista dell’ossitocina, con un effetto nei confronti del ricettore di quest’ultima pari a 1.400 volte in più di quanto avviene con il recettore della vasopressina. In altri termini, il farmaco punterebbe a bloccare gli effetti dell’ossitocina, contribuendo così ad allungarei tempi di gestazione.

Ad ogni modo, è ancora presto per poter cercare di immaginare un pronto utilizzo in favore delle donne che rischiano di avere un bebè prematuro. Il farmaco sta infatti ancora affrontando la terza fase di sperimentazione e, sebbene i risultati siano per il momento positivi, occorrerà attendere ancora qualche tempo prima di valutarne applicazioni concrete.

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Terminata la fase di sperimentazione dovrà infatti seguire uno studio di follow up finalizzato a valutare la sicurezza a lungo termine, e gli esiti per i bambini delle madri che hanno partecipato agli studi. Il che, tradotto in termini pratici, starebbe a significare un attesa di anni prima di poter vedere il Retosiban applicato nella quotidianità.

Giova tuttavia ricordare che in caso di esito soddisfacente potrebbero aprirsi le porte per radicali passi in avanti da parte del settore. I parti prematuri oggi riguardano oltre il 5% di tutte le gravidanze, e sono associati a pregiudizi di varia gravità come il rischio di mortalità e morbilità neonatale, sindrome da distress respiratorio, emorragie, disabilità neurologiche e altro ancora.

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Pertanto, grazie al farmaco che ritarda il parto prematuro, sarà possibile approntare una migliore organizzazione delle misure utili per sviluppare positivamente l’esito del parto stesso, somministrando ad esempio corticosteroidi per la maturazione dei polmoni o, magari, lo spostamento della donna in attesa in un centro che sia dotato di terapia intensiva.

Alla luce di quanto precede, non ci rimane che attendere ulteriori novità su tali sperimentazioni. Come intuibile, continueremo ad aggiornarvi e a informarvi sui prossimi step, nella speranza che possano presto essere formalizzate nuove buone notizie in merito. Intanto, potete continuare a seguirci per tutti i nostri approfondimenti sui bimbi prematuri, e sulle tante iniziative che vengono predisposte per potersi prendere cura di questi piccoli amici!

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