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Parto anonimo: in Italia ogni anno vengono abbandonati 400 bebè

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Si chiama “parto anonimo”, anche se di anonimo in realtà c’è ben poco, a parte le generalità di una mamma che decide di disfarsi del figlio appena nato. Sicuramente non anonimo è invece il bimbo o la bimba che si trova ad affrontare i primi momenti di vita da solo, abbandonato dall’affetto e dall’amore che una mamma dovrebbe invece mostrare e dimostrare.

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A fare il punto sul drammatico fenomeno negli scorsi giorni è stata la Società italiana di neonatologia, che in collaborazione con il progetto Ninna ho ha presentato un’indagine per individuare le donne a rischio, e diffondere la conoscenza delle culle salvavita.

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Secondo le ricerche effettuate, in Italia vengono effettuati ogni anno circa 400 abbandoni di neonati, e nel 40% dei casi si tratta di mamme italiane. Tra le principali cause spiccano il disagio di natura psichica e sociale (37%), la paura di perdere il lavoro (20%), il terrore di essere espulse o di crescere il figlio da sole (12%).

Il fenomeno – afferma Costantino Romagnoli, presidente della Società italiana di neonatologia – è “sicuramente più ampio di ciò che emerge dai fatti di cronaca. Secondo il Tribunale minorile su 550mila bambini nati ogni anni circa 400 non vengono riconosciuti, pari allo 0,07%. Ma quelli di cui siamo a conoscenza sono i casi di bimbi che sopravvivono all’abbandono. Non sappiamo quante tragedie di questo tipo avvengono senza che possiamo evitarlo“.

Per quanto concerne infine il profilo delle madri, nel 60% circa dei casi si tratta di donne straniere, soprattutto provenienti dall’Est Europa. In genere hanno una scolarità medio bassa (32%) e una giovane età compresa tra i 18 e i 30 anni (48%). Spesso non vengono accompagnate da nessun servizio di sostegno (32%) e vanno a partorire in città diverse da quella di residenza (85%).