Papilloma virus
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Papilloma virus: sintomi e vaccino

Papilloma virus

Dai 18 fino ai 25 anni è sempre possibile vaccinarsi ma bisogna pagare un ticket. Prima del 2011 le ragazze di questa età dovevano comprare il vaccino in farmacia a prezzo pieno e pagare la prestazione al proprio medico.

Gli studiosi non sono sempre concordi sull’opportunità di farsi vaccinare. Molti sostengono infatti che il virus è un normale “abitator”e delle mucose del pene, della vagina e della cervice, un germe che di per sé è innocuo e comune al pari di altri virus e batteri presenti. Il virus, anche se contratto, può scomparire da solo. Nel 10% dei casi il virus convive tutta la vita ma non provoca problemi. C’è solo la possibilità (1% dei casi) che si sviluppino delle lesioni che sono comunque trattabili. Se la lesione non fosse curata, allora si potrebbe sviluppare un tumore dopo circa 20/40 anni dalla comparsa della macchia. Chi è contro il vaccino dichiara che in gioco non è tanto la salute delle ragazzine ma interessi economici delle aziende farmacologiche. Inoltre, al momento, alcuni ricercatori sostengono che non si sa con certezza se la copertura del vaccino dura per tutta la vita o solo per qualche anno e quindi va ripetuta a distanza di tempo.

Il vaccino è il virus vivo geneticamente modificato che viene iniettato in ragazzine molto giovani, forse ancora lontane dal loro primo rapporto sessuale. Perché allora produrre un danno per evitare una ipotetica malattia che comunque potrebbe verificarsi a distanza di oltre 2o anni?

Di diverso avviso sono altri ricercatori che  sostengono l’efficacia del vaccino. Studi recenti dimostrerebbero che a distanza di 12 anni, nelle donne sottoposte a vaccino, permangono alti livelli di anticorpi. Studi clinici internazionali hanno inoltre dimostrato che il vaccino, oltre ad assicurare una protezione molto elevata nei confronti degli Hpv 16 e 18, protegge in parte anche da altri sierotipi di Hpv.

La vaccinazione prevede tre iniezioni intramuscolari nel deltoide (la parte alta del braccio) nell’arco di sei mesi. Il farmaco più utilizzato risulta il Gardasil anche se in qualche paese sembra abbia provocato effetti collaterali piuttosto seri come in Francia e negli Stati Uniti. Il National Vaccine Information Center segnala 5 morti e molti altri casi di donne-ragazze ricoverate d’urgenza.

C’è chi sostiene che la prevenzione possa essere effettuata con il pap test, senza bisogno di aggiungere il vaccino. Il problema però è che in Italia non c’è mai stata una forte campagna di informazione sull’importanza del pap test e tuttora solo il 50% delle donne segue questa profilassi. Quindi il vaccino potrebbe evitare molti casi di tumore e cioè evitare la diffusione dei ceppi 16 e 18, i responsabili nel 90% dei casi del tumore al collo dell’utero.

La vaccinazione contro il virus Hpv fa parte della strategia del Servizio sanitario per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero che comprende il programma di screening con l’invito a eseguire un pap-test, gratuitamente, ogni tre anni alle donne dai 25 ai 64 anni.

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