certificati di malattia
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No ai certificati di malattia fatti per telefono

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Così si legge nella sentenza:  “non è consentito al sanitario effettuare valutazioni o prescrizioni semplicemente sulla base di dichiarazioni effettuate per telefono dai suoi assistiti. Ciò rende irrilevanti le considerazioni sulla effettiva sussistenza della malattia o sulla induzione in errore da parte della paziente”.

Il fatto è accaduto a Milano, quando un medico di famiglia avrebbe allungato la malattia ad un paziente solo in per mezzo di una telefonata intercorsa tra i due. Il medico si è difeso dicendo che aveva visitato in studio pochi giorni prima il paziente e quindi poteva con una certa tranquillità avere il quadro del decorso della malattia. La sua giustificazione però non è bastata. Tutti coloro che devono presentare un certificato medico per il lavoro dovranno farlo recandosi dal proprio medico o al limite facendosi visitare a casa.

La sentenza è stata condivisa prontamente dall’Ordine dei Medici di Milano perché questo tipo di atteggiamento oltre che violare la legge Brunetta, va contro il codice deontologico e non è detto che il medico non sia sottoposto ad un processo disciplinare dell’Ordine.

Ogni anno giungono all’Inps migliaia di certificati medici per malattia e la sentenza della Cassazione ha voluto in parte prendere delle misure contro le malattie “false” o presunte, rendendo più responsabili i medici nel concedere i giorni di malattia. Dall’altra parte, l’Ordine dei Medici ha proposto di semplificare la procedura permettendo al singolo lavoratore l‘autocertificazione in caso di piccoli malesseri come un banale mal di testa per agevolare l’operato dei medici curanti. Questa procedura è già in atto in alcuni paesi europei.

Il nuovo Patto di Salute, che dovrebbe arrivare a breve, sembra contenere questa norma come anche l’abolizione dei vecchi ticket: pagheranno tutti, anche se poco. Quindi non più esenzioni in base al reddito ma una piccola imposta sarà dovuta da tutti i cittadini.

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