Quella che i neonati passino ore nella culla a dormire senza fare praticamente nulla è una falsa credenza. Molto spesso, infatti, accade che, anche se i genitori non se ne accorgono, i neonati si annoino nella culla. Come riconoscere il pianto del neonato quando è annoiato? Come evitare che questo accada? Come intrattenere i piccoli? Scopriamo insieme.
Iniziamo col definire quando è che un neonato inizia ad avere bisogno di maggiori attenzioni e stimoli, in modo da non annoiarsi.
Secondo uno studio statunitense il momento fatidico nello sviluppo di un bimbo è attorno ai 7-8 mesi, quando il cervello apprende ad elaborare pensieri e pareri. Ovviamente all’elaborazione di un’idea non corrisponde una reazione uguale a quella di un adulto, ma già uno sbadiglio o un pianto leggero può far suonare un campanello d’allarme nei genitori.
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Se un bimbo di 7-8 mesi è annoiato ve lo farà capire. Basta saper cogliere i messaggi che il piccolo lancia con le armi in suo possesso: il linguaggio del corpo ed il pianto.
La prima regola per combattere la noia e stimolare adeguatamente il vostro “cucciolo” è dedicargli del tempo: potete cantare per lui/lei, potete utilizzare dei giochi che si muovono o che producono dei suoni, potete sedervi sul lettone e giocare con quello che avete intorno, e così via.
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La fantasia è la parola d’ordine per aiutare i piccoli ad essere curiosi, attivi e partecipativi. Ricordatevi che questi sforzi verranno ricompensati quando il bambino crescerà, diventando vivace, sveglio, attento a ciò che gli succede intorno e incline all’ “esplorazione” del mondo circostante.