Donna

Neomamma fa scorta di latte per tornare a lavoro, fotografa la figlia in mezzo ai contenitori e lo scatto è virale

Del latte materno si conoscono ormai tutte le proprietà benefiche dal punto di vista nutritivo. Meno si sa, invece, della attività protettiva che questa miscela complessa e sempre variabile di zuccheri, proteine e grassi mostra nei confronti delle infezioni batteriche che colpiscono i neonati. Forse pensando a questo la protagonista della vicenda ha osato tanto. Guardate questa foto: si vede una neonata sorridente circondata da un cuore fatto con 30 litri di latte materno tirato e congelato. Lo scatto è stato pubblicato sui social e presto è diventato virale. A farlo una neomamma inglese, Nia Malika, che si prepara a tornare al lavoro. A segnalarla il quotidiano inglese The Independent. “Grazie a questa enorme riserva, scrive, ora potrà tornare al lavoro e a scuola e sua figlia continuare ad avere il latte materno”, dice. La donna, sulla pagina Breastfeeding Mama Talk Facebook page, spiega di aver introdotto nella sua dieta snack e pasti pensati per aumentare la produzione di latte, tra cui farina d’avena a colazione, e di “bere acqua come un pesce”. (Continua dopo la foto)

bimba

Negli ultimi due mesi, racconta, è riuscita a mettere da parte più di 28 litri del suo latte in modo molto metodico. Ogni tre ore infatti si è attaccata al tiralatte, senza mai saltare un turno, anche nel mezzo della notte. “Quando la gente mi dice che sono fortunata per avere questa scorta – scrive – gli rispondo che ho lavorato duramente per averla e continuerò a farlo”. (Continua dopo le foto)

bimbocop bimbo2

Il latte materno del resto è un alimento completo, sano, ideale per i primi mesi di vita e a volte anche più in là. Poiché, come ha ricordato Sally C. Davies, a capo della strategia del governo britannico contro le antibioticoresistenze, avremmo bisogno di 10 nuovi antibiotici al decennio per scongiurare il rischio di una crisi sanitaria globale, cercare nuove strade è in cima alle priorità della ricerca. Così, alla perenne ricerca di nuovi composti in grado di contrastare l’avanzata dei superbatteri resistenti agli antibiotici, un gruppo di chimici e medici della Vanderbilt University, negli Usa, ha provato a esplorare questa caratteristica concentrandosi su alcuni dei carboidrati presenti nel latte umano. Scoprendo che questi non soltanto hanno di per sé proprietà antibatteriche, ma migliorano anche l’efficacia antibatterica delle proteine presenti nel fluido.