Papà

“Mio figlio, un calvario continuo”. Elio (delle Storie Tese) non è solo il giullare che si mostra in pubblico: il cantante denuncia il suo dramma personale. E accusa: “Abbandonati da tutti”

 

“Ho vissuto, e vivo, la condizione di genitore di un bimbo autistico”. Di fronte a una platea attenta e dopo due ore di conferenza, Stefano Belisari. Classe 1961, è conosciuto come Elio ed è il frontman del gruppo «Elio e le Storie Tese». Portando la sua testimonianza a una tavola rotonda organizzata a Varese da Fondazione Sacra Famiglia, in occasione della giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, racconta la sua storia. (Continua dopo la foto)

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Lui partecipa come testimonial per una campagna di sensibilizzazione promossa dal comitato “Uniti per l’autismo”, composto da associazioni di genitori. Il Corriere della Sera riporta il suo intervento-denuncia: “Se oggi si raccolgono online 250 mila firme per salvare un cane, non possiamo fermarci a 25 mila per chiedere l’applicazione di una legge regionale sull’autismo che non lascerebbe più sole le 100 mila famiglie lombarde che ogni giorno devono affrontare questa difficoltà”, dice Elio. (Continua dopo la foto)

dentroQuindi, la sua testimonianza diretta come genitore: “Voglio dire chiaramente – prosegue Elio – che su questo tema siamo all’età della pietra, specialmente sotto il profilo della percezione. C’è poi il problema dei ciarlatani, delle “cure” che non fanno effetto”. Un piccolo calvario per tantissime famiglie: “Ricordo quando cercavamo, io e mia moglie, qualcuno che ci dicesse se nostro figlio era autistico o no: avere una diagnosi è pressoché impossibile, ti viene fatta quasi sotto banco, ma in realtà si tratta di un passaggio fondamentale, perché la diagnosi precoce va fatta. È importante. Meno male che poi ho incontrato l’amico Lucio”. (Continua dopo le foto)

dentro1 dentro2Lucio Moderato è un professore e siede al tavolo dei relatori con Elio, è il direttore dei servizi innovativi per l’autismo di Fondazione Sacra Famiglia e parla dei numeri di questo fenomeno: “È una condizione geneticamente determinata, non più come si credeva una volta, quando si dava la colpa alle “mamme frigorifero” perché incapaci di amare i propri figli. Pensate che a metà degli anni Settanta l’incidenza dell’autismo era uno a 70 mila, oggi il rapporto ha tre zeri di meno: una persona ogni 70 è autistica, con diversi livelli di funzionamento intellettivo, diverse capacità e disabilità. Non dobbiamo curare, perché non è una malattia, ma prenderci cura attraverso interventi educativi e abilitativi”. (Continua dopo la foto)

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