Storie di vita

Michelle, donna malata terminale riesce a portare a termine la gravidanza [FOTO]

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La storia di oggi ha per protagonista una donna davvero molto coraggiosa. Michelle Buchholtz – questo il nome della giovane – è purtroppo malata di cancro, e la sua malattia è oramai in fase terminale. Nonostante ciò ha deciso di non arrendersi, ed ha fatto di tutto per poter portare a compimento la figlia, Ava, nata prematuramente.

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La decisione di Michelle di avere una figlia è sorta, congiuntamente con il marito, dopo aver scoperto nel 2012 di essere malata con un cancro al seno triplo negativo, e aver subito una conseguente mastectomia. A causa della malattia di Michelle, tuttavia, la coppia ha faticato non poco per poter realizzare il desiderio di allargare la famiglia. Tanto che, prima di Ava, Michelle era stata costretta a interrompere per ben due volte la gravidanza a causa del trattamento contro il cancro.

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Dopo due esperimenti andati a vuoto, i due ci hanno comunque riprovato, pensando che la malattia di Michelle fosse oramai alle spalle. Purtroppo non era così: il tumore di Michelle si era ripresentato puntualmente alla 17ma settimana, e alla donna non rimaneva altro da fare che scegliere tra una nuova interruzione di gravidanza, per permettere le cure anti-tumorali, o proseguire la gravidanza non curandosi, ma permettendo alla bimba di venire al mondo.

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Questa volta la donna ha scelto di portare avanti la gravidanza. In cambio, il cancro si è espanso rapidamente verso la spina dorsale, collo, schiena, bacino, anca, coscia. Perfino il parto è dunque diventato un momento piuttosto rischioso, soprattutto a causa del possibile danno spinale e conseguente rottura del collo.

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La donna ha portato ancora avanti la gravidanza, fino a quando il cancro stava diventando talmente ampio da poterla uccidere. Quindi, è stata sottoposta a un parto cesareo d’urgenza dopo 29 settimane di gestazione. La mamma è stata quindi sottoposta a nuove terapie che le hanno permesso non solamente di portare a casa la bimba, ma di poterla accudire nelle sue prime fasi.

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La sua battaglia contro la malattia è ben lungi dall’esser terminata. Ma siamo sicuri che la presenza della piccola infonderà nuovo coraggio.