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Meglio non vaccinarsi? Nuova presa di posizione che fa discutere…

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Sta facendo molto discutere, in questi giorni, la presa di posizione assunta da 120 medici “contro” i vaccini. Tra di essi figura anche Eugenio Serravalle, Presidente Associazioni di Studi e informazioni sulla salute e Roberto Gava, cardiologo, e membro della “Società di medicina centrata sulla persona” di Bologna, due tra i più noti firmatari di una lettera che è stata indirizzata al professor Gualtiero Ricciardi, presidente dell’Istituto di Sanità Pubblica, che in precedenza aveva affermato che su 19 milioni di vaccinazioni vi sarebbero state 5 sole reazioni gravi, non mortali.

La presa di posizione dei medici firmatari della nota sembra aggiungere ulteriori spunti dal dibattito che anche quest’autunno sta coinvolgendo medici, genitori e istituzioni sulla possibilità di vaccinarsi o meno. E, in particolare, ci si è soffermati sui dubbi della ripetuta affermazione secondo cui alcune malattie infettive come la pertosse e il morbillo starebbero tornando prepotentemente a causa della diminuzione dei vaccini.

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Secondo i medici firmatari della lettera, infatti, “ci siamo infatti accorti che, dopo un’osservazione minuziosa e prolungata nel tempo di bambini vaccinati e non vaccinati, questi ultimi appaiono indubbiamente e globalmente più sani, meno soggetti alle patologie infettive, specie delle prime vie aeree, meno soggetti ai disturbi intestinali e alle patologie croniche, meno soggetti a patologie neurologiche e comportamentali e scarsi consumatori di farmaci e di interventi sanitari”.

Insomma, secondo le considerazioni sopra espresse, i bambini non vaccinati sarebbero potenzialmente più sani degli altri. E, dunque, sarebbe sbagliato forzare le vaccinazioni e, soprattutto, inoculare a bimbi di soli 3 mesi una serie di vaccini che andrebbero a impattare in un sistema immunitario ancora in evoluzione.

Gli stessi medici dichiarano inoltre che i genitori dei bimbi dovrebbero poter ricevere dal pediatra tutte le schede tecniche di ogni vaccino, in maniera tale da poter conoscere le componenti degli stessi e decidere di conseguenza.

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A margine della lettera, emerge pertanto non una vera e propria opposizione ai vaccini, quanto una necessaria maggiore presa di consapevolezza sulla loro fruizione, e l’elaborazione di un piano di vaccinazioni non uguale per tutti, ma personalizzato sulla base della salute del bimbo, dell’ambiente in cui vive, della sua famiglia.