Guide e Consigli

Allarme meduse estate 2016: ecco tutti i consigli per un bagno (comunque) sicuro

 

L’estate è arrivata e finalmente si va al mare con la famiglia! Ma se il vostro bambino non vuole fare il bagno perché ha paura delle meduse? Ecco una serie di consigli su cosa dire al piccolo per non spaventarlo e soprattutto su cosa fare (e non fare) in caso di puntura.

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1 – Possiamo evitare ai nostri figli una puntura di medusa?
No, ma possiamo guardare il mare con la maschera o gli occhialini. Le meduse non vengono verso di noi, siamo noi che andiamo loro addosso. Le meduse si spostano verticalmente, quindi possono stare in superficie e possono scendere sul fondo. Sono animali che si muovono, e spesso vanno dove le portano le correnti.

 2 – Se vediamo una medusa lontana, possiamo far fare il bagno ai bambini?
No, se sono meduse urticanti, a meno che non ce ne siano pochissime. Le meduse che pungono hanno tentacoli molto lunghi: la più comune nei nostri mari, la Pelagia, quella violetta, raggiunge anche i 10 metri. Quindi, anche se la medusa sembra lontana, non è detto che i suoi tentacoli non siano vicini. (Leggi anche: 6 dritte ai genitori su come organizzare l’estate dei bambini)

3 – Cosa provano i bambini quando sono punti?
Bruciore e dolore. La pelle si arrossa e compaiono piccoli pomfi (rigonfiamento della cute), tipo orticaria. Ma dopo circa 30-60 minuti la sensazione di dolore si esaurisce e può restare la sensazione di prurito. Il grado di dolore-bruciore varia a seconda delle aree colpite. Quando il bruciore e il dolore diventano insopportabile, ovvero se la parte colpita è più del 50% della superficie corporea, meglio portare il bambino al Pronto Soccorso.

 4 – Cosa dobbiamo fare subito dopo la puntura?
Attirare la sua attenzione, tranquillizzarlo, farlo uscire dall’acqua. Farlo restare è pericoloso perché, anche se raramente, possono esserci casi di reazioni gravi come lo shock anafilattico. E subito lavare abbondantement la parte colpita con acqua di mare (non di acqua dolce!), per diluire la tossina non ancora penetrata.

5 – Qual è la medicazione giusta da fargli?
Dopo aver sciacquato bene con acqua di mare la parte colpita, bisogna cercare di rimuovere eventuali residui di tentacoli: si può utilizzare della sabbia “spolverandola” sulla parte colpita (senza sfregare) oppure una carta plastificata (bancomat, patente, carta fedeltà) da passare delicatamente sul bordo sulla pelle.
Un rimedio efficace per lenire il dolore è immergere la parte interessata in acqua calda (non bollente, ovviamente ma alla temperatura più alta tollerata da parte del bambino). Si può anche applicare una crema a base di solfato di alluminio o cloruro di alluminio (sono utili anche per le punture di zanzare). Le creme a base cortisone o antistaminico vanno bene se il fastidio persiste, ma al momento sono inutili perché entrano in azione solo dopo 30 minuti dall’applicazione.

 6 – Che cosa non fare dopo la puntura?
Lavare con acqua dolce, sfregare vigorsamente con la sabbia, lavare con ammoniaca, urina o alcool: rimedi che potrebbero ulteriormente infiammare la parte colpita. Controverso l’uso dell’aceto diluito con acqua, che può effettivamente inattivare la tossina ma la cui utilità dipende soprattutto dalla specie di medusa contro la quale viene utilizzato: in alcuni casi è efficace, in altri non lo è. (Leggi anche: Estate in città, 10 idee per divertirsi con i bimbi)

 7 – Come evitare che sulla pelle resti la cicatrice?
Non esporre la parte al sole ma tenerla coperta. Oppure mettere sempre protezione totale più volte al giorno. L’infiammazione può durare fino a due settimane, e l’area di pelle colpita tende a scurirsi perché resta sensibile alla luce solare.

 8 – Tutte le meduse pungono?
No. Né tutte le meduse fanno male. Alcune sono così innocue e belle che i bambini con le maschere possono fare tranquillamente jellywatching. Da evitare sicuramente è la Pelagia, che è ovunque, soprattutto nel mar Ligure e nel Tirreno. Da ammirare, invece, ci sono la Rhizostoma, quella bianca grande dal bordino blu. Oppure la Cotylorhiza, quella giallognola con i tentacoli corti e colorati. Sotto a queste due meduse ci sono spesso dei pesciolini colorati che così sono protetti dai predatori.

 9 – E se i nostri figli vogliono toccare le meduse non urticanti?
La regola è sempre “ammirare e non toccare”. Anche i tentacoli delle meduse innocue, infatti, hanno i cnidocisti (i piccoli organelli cellulari che contengono il veleno) che possono restare sul palmo della mano e, se non le laviamo e poi ci tocchiamo gli occhi (o altre parti delicate), possiamo trasferire il veleno e provocare un’infiammazione.

 10 – Meduse: impariamo a conoscerle. Perché è molto utile la app gratuita di Focus MeteoMeduse?
Per scoprire in tempo reale dove sono concentrare maggiormente le meduse sui nostri mari. E per imparare, grazie al poster scaricabile (potete appenderlo nei vostri stabilimenti balneari, o in cameretta, o in classe) le specie delle meduse: quali sono quelle urticanti da evitare e quelle innocue da osservare con la maschera. Infatti, l’app MeteoMeduse – che Focus ha sviluppato in collaborazione con i biologi dell’Università del Salento, CoNISMa e Cnr-Ismar guidati da Ferdinando Boero e Stefano Piraino – consente di mappare la presenza delle varie specie di meduse nei mari italiani. Dal 2009 ad oggi sono arrivate quasi 20mila segnalazioni. Si tratta del più importante esperimento di scienza dei cittadini al mondo relativo all’ambiente marino, perché funziona proprio grazie ai bagnanti che fanno le segnalazioni. Occhio alla medusa, fate la foto e mandate la segnalazione. Anche la scienza vi ringrazia. E insegnate ai vostri figli che non tutte le meduse fanno male!