Gestosi
Gravidanza Primo Piano

La Gestosi: sintomi terapie e conseguenze

Gestosi

I rischi che la gestante e il feto possono correre sono molto seri, pertanto è importante conoscerne i sintomi poiché la diagnosi precoce può essere determinante per preservare lo stato di salute della donna e garantire al feto più settimane possibili di vita intrauterina.

La gestosi può presentarsi anche nel terzo trimestre e in questa ipotesi si riesce a volte anche a scongiurare il rischio di parto prematuro.

Quali sono i sintomi principali della gestosi?

I sintomi più comuni sono davvero molti e possono comparire anche a fasi alterne:

  • sbalzi di pressione: compaiono sotto forma di improvvisi picchi di pressione molto alti ma sporadici per poi evolversi e sfociare in vere e proprie crisi che possono perdurare anche per molti minuti;
  • improvviso ed ingiustificato aumento ponderale;
  • presenza di proteine nelle urine (proteinuria);
  • frequenti casi di cefalea;
  • disturbi visivi: si vedono degli improvvisi “puntini luminosi”;
  • dolore “a barra” appena sotto lo sterno;
  • senso di spossatezza spesso accompagnato da nausea;
  • scarso accrescimento fetale;
  • gonfiore alle estremità degli arti inferiori che con il passare del tempo tende ad interessare anche altre zone come (mani, collo, viso);

Cosa fare se…

Nel momento in cui riscontri uno o più sintomi sopra descritti, parlane immediatamente con il tuo ginecologo.

Solitamente la prima cosa che il ginecologo prescrive è una flussimetria per valutare lo stato di salute delle arterie uterine (che hanno il compito di irrorare l’utero ottimizzandone le funzioni durante la gestazione) e le condizioni generali del feto attraverso l’analisi dei valori riferiti all’arteria ombelicale (preposta a garantire il corretto apporto nutritivo al feto) e all’arteria media cerebrale. Inoltre ti prescriverà una terapia a base di anticoagulanti che favoriranno il transito del sangue all’interno delle arterie aumentando l’apporto di ossigeno e antipertensivi per tenere a bada gli sbalzi di pressione.

Quali sono le possibili conseguenze della gestosi?

Come ho già precisato non c’è una cura che può risolvere il problema, bensì se ne possono soltanto rallentare gli effetti per permettere al piccolo di concludere il periodo di gestazione o quanto meno arrivare ad uno stadio di maturazione degli organi tale da permettergli di vivere anche fuori dall’utero materno. Tra le possibili conseguenze della gestosi per il neonato:

  • l’ipossia: vale a dire una riduzione dell’apporto di ossigeno;
  • uno scarso accrescimento intrauterino (Iugr);
  • problemi cerebrali legati alla scarsa ossigenazione;
  • centralizzazione del circolo: fenomeno che si verifica quando il feto, versando in condizioni di sofferenza, tenta di concentrare l’ossigeno nelle zone vitali quali cuore e cervello);
  • parto prematuro e nei casi più severi, morte intrauterina.

Per quanto concerne la gestante,questa corre il rischio di:

  • maturare l’eclampsia (una forma degenerativa della gestosi che provoca violente crisi epilettiche),
  • emorragia cerebrale;
  • aborto.

Come prevenire la gestosi?

Non c’è alcun rimedio scientifico per prevenire la gestosi, né di sapere se una donna ne soffrirà. Tuttavia si è notato che la patologia insorge frequentemente tra le donne:

  • obese;
  • con età oltre i 35 anni;
  • fumatrici;
  • predisposte all’ipertensione o ipertese.

Tuttavia è consigliabile seguire un regime alimentare sano, prediligendo il consumo di carni bianche, pesce, frutta e verdura; bere moltissima acqua e seguire una dieta iposodica ossia con poco sale. Non esagerare con le porzioni e cerca di non accumulare troppi chili.

Quali sono le conseguenze post partum?

Nella maggior parte dei casi la gestosi scompare subito dopo il parto, ma in ogni caso può lasciare dei danni permanenti alla vista e ai reni della gestante.

Conseguenze traumatiche e psicologiche della gestosi

La gestosi e l’eventuale conseguenza di un parto prematuro, possono seriamente minare al benessere psicofisico della donna, potrebbe quindi essere utile confrontarsi con uno psicologo per poter superare il trauma subito e favorire l’instaurarsi di un sereno rapporto mamma-bambino.

A tal proposito è opportuno segnalare il servizio di sostegno psicologico che tutti gli ospedali offrono alle donne che vivono esperienze così traumatiche. Un servizio che poche donne conoscono ma che in certi casi potrebbe essere la chiave di svolta ad un grande problema che tende a radicarsi nell’anima e non permette di godersi i primi unici, insostituibili momenti di vita simbiotica tra mamma e bambino.

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