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Il maestro Beppe Vessicchio, volto storico di Sanremo amatissimo dai fan, non sarà all’Ariston quest’anno. Le parole del diretto interessato: tutta la verità

Lo scorso anno, la sua assenza nel corso della prima puntata non era passata affatto inosservata, scatenando una vera e propria valanga di tweet da parte degli utenti che si chiedevano che fine avesse fatto una delle facce più note del Festival di Sanremo. Lui, il maestro Beppe Vessicchio, è d’altronde ormai una vera e propria icona della manifestazione canora più famosa d’Italia, e i messaggi “Uscite Vessicchio” si erano moltiplicati in un batter d’occhio. Immaginate quello che è successo nelle ultime ore quando si è scoperto che il sorriso del direttore d’orchestra non sarebbe andato in onda, vista la sua assenza all’edizione 2017. Apriti cielo. In pochissimi istanti l’argomento si è trasformato in uno dei più cliccati in rete, scalando i trend topic di Twitter e portando addirittura alla nascita di una petizione virtuale su Charge dove i fan chiedevano a gran voce a Carlo Conti, presentatore della kermesse, di riammettere subito tra i ranghi Vessicchio. Ora, come riporta l’Ansa, ecco però emergere tutta la verità sulla spinosa questione che rischiava di minare fin dalle prime puntate il Festival. (Continua a leggere dopo la foto)


“È vero – ha detto il diretto interessato – quest’anno non dirigo l’orchestra a Sanremo, ma è un caso, non una mia scelta voluta: ero stato ‘prenotato’ da un paio di cantanti che però alla fine non sono stati invitati da Carlo Conti”. Questo vorrà dire che faremo completamente a meno di lui? “In realtà andrò lo stesso. Perché l’ho promesso agli amici musicisti e per promuovere il mio libro La musica fa crescere i pomodori senza conflitto d’interessi”. (Continua a leggere dopo la foto)

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“In questo modo – scherza Vessicchio – abbiamo evitato l’effetto presepe completo con Giuseppe, Maria e Conti in un ruolo impegnativo. L’opinionista in tv? Non fa per me, io sono un animale mitologico: metà uomo, metà orchestra. La cosa che mi mancherà di più non saranno le canzoni e la direzione dell’orchestra, ma la ritualità. Sanremo è come una festa comandata: c’è Natale, Capodanno, la Befana. E poi il Festival”.