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Incentivi per le cure parentali: al via i nonni sitter

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In Italia la Chiesa e il Governo parlano spesso della necessità di fare figli, di lanciare al mondo generazioni future. Talvolta (specie in campagna elettorale) si assiste a qualche timido accenno di sostegno alla famiglia, come l’introduzione della carta acquisti per i minori di 3 anni, l’assegno annuale di sostegno al reddito per le famiglie numerose, il premio parto (come se una tantum potesse bastare a crescere un figlio), e peggio ancora qualche promessa che cade puntualmente nel vuoto, circa l’introduzione di asili nido negli uffici e luoghi di lavoro riservati ai figli delle dipendenti.

Adesso ci risiamo, e dal nuovo testo unificato sugli incentivi per le cure parentali, in fase di emendamento alla Camera si apprende l’idea di promuovere le figure dei “nonni sitter”.

Si tratta di una iniziativa rivolta alle libere professioniste o imprenditrici, a cui viene offerta la possibilità di godere di un’indennità di sei mesi, durante la quale percepirà un dodicesimo dell’80% del minimale del suo reddito annuo, se decidesse di affidare il proprio pargolo ad un parente massimo di terzo grado, ai nonni sitter, per lo più. E chi non ne possedesse uno? Davvero l’iniziativa rappresenta un valido aiuto alle donne lavoratrici? Commuovente l’impegno!

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