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Inaccettabile: anche un bimbo tra le vittime contagiate da Valentino Talluto! L’untore ha avuto una relazione con la madre mentre era incinta. I dettagli…

 

In dieci anni, secondo l’accusa, ha trasmesso il virus a trentasei persone. Per questo è indagato per  epidemia dolosa e lesioni gravissime: non avvertiva le sue vittime delle condizioni di salute. E si allunga la lista delle vittime di Valentino Talluto, il 32enne di Acilia sieropositivo, finito in manette il 22 novembre dello scorso anno per aver consapevolmente contagiato con il virus dell’Hiv numerose partner. Gli agenti, come rivela il Messaggero, su disposizione del pubblico ministero Francesco Scavo, hanno individuato altre cinque donne che hanno avuto relazioni non protette con l’indagato. La Procura, per il momento, conta 48 parti offese, 27 delle quali, miracolosamente, non hanno contratto il virus. All’elenco vanno aggiunti anche i fidanzati di tre ragazze, contagiati per aver avuto rapporti non protetti con le compagne che non sapevano di aver sviluppato la malattia.

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Ma il dettaglio che è emerso negli ultimi giorni aggrava agli occhi della pubblica opinione la sua posizione: tra le vittime pure un bambino, figlio di una donna con cui l’indagato ha avuto una breve relazione mentre lei era incinta. Il piccolo oggi ha tre anni, quando aveva otto mesi gli sono state diagnosticate l’Hiv e l’encefalopatia, «casualmente riconducibile – si legge nel capo di imputazione –  allo stato di sieropositività contratto dalla madre durante il parto». Prima di concludere le indagini, la Procura dovrà valutare se addebitare all’untore seriale anche il conto dei danni provocati al Servizio sanitario regionale. Secondo un calcolo approssimativo, la spesa per la cura annuale delle vittime sfiorerebbe gli undici milioni di euro, tra visite specialistiche, acquisto di medicine e terapie specifiche.

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Come fa notare il Corriere della Sera, a rendere complicata la ricostruzione della vicenda c’è anche la reticenza di Talluto a collaborare. Aveva promesso di presentare una lista delle sue amanti e si era persino spinto a chiedere perdono. «Il rimorso dei miei errori mi sta distruggendo», aveva detto nel corso dell’ultimo interrogatorio. Ma si tratta solo di parole: finora l’indagato si è limitato a fornire solo due nomi, mentre le indagini hanno scoperchiato una situazione dalle dimensioni ancora sconosciute.

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