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Holding: L’abbraccio contenitivo per contenere le esplosioni di rabbia

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L’abbraccio contenitivo o holding, tecnica terapeutica introdotta da Martha Welch, psicoterapeuta americana, oltre a permettere ad una madre di contenere gli attacchi di rabbia del proprio bambino, massimizza lo sviluppo intellettuale ed emotivo. Di fatti, tenere in braccio il piccolo migliora l’autostima, il problem solving e la capacità di comunicazione. Aumenta, anche, la capacità del bambino di impegnarsi in relazioni interdipendenti. I bambini imparano a verbalizzare il disagio interiore senza difficoltà.

Se un bambino non riesce a tirare fuori in maniera corretta tutto lo stress che ha dentro, rischia di subirne gli effetti deleteri sullo sviluppo del suo cervello. Per un bambino, lo stress è più comunemente causato dalla separazione dalla propria madre e dalla sua disregolazione successiva. In un mondo ideale, le madri dovrebbero mantenere i loro bambini vicino a loro in ogni momento, in modo da soddisfare le loro esigenze e regolare il loro comportamento in modo coerente e costante. Cioè, tenerli in uno stato di assenza di eccitazione e di calma, la condizione ottimale per l’apprendimento e per far fronte alle forti emozioni.

Tuttavia, oggi, il frenetico ambiente di vita in cui si vive, porta i neonati e i bambini piccoli a sperimentare una quantità eccessiva di separazioni. Se i bisogni di un bambino non sono soddisfatti in modo tempestivo, essi si sentono male, tristi, arrabbiati e impotenti. Si sentono male e perdono il loro senso di sicurezza e di fiducia. In casi estremi, questo porterà a comportamenti aggressivi o addirittura sadici. Mediante un po’ di tempo che la madre va a dedicare al proprio figlio, si ristabilisce la capacità della madre di regolare il suo bambino.

Il processo si compone di tre fasi specifiche: confronto, rifiuto, e risoluzione. La madre si trova in una posizione comoda, in genere seduta con il bambino in grembo e le gambe avvolte intorno alla vita. Questa posizione permette il contatto diretto visivo tra genitore e figlio, e al tempo stesso permette di controllare i tentativi del bambino di evitare le questioni da affrontate.

Nel confronto, il bambino può protestare immediatamente o può manifestare qualche scambio felice. Alla fine, il bambino fatica a fuggire. Durante questa fase, la madre verbalmente ed emotivamente esprime i suoi sentimenti, le preoccupazioni, le frustrazioni, la speranza e la rabbia, così come l’affetto e l’amore per il bambino.

La fase di rifiuto raggiunge il suo apice quando il bambino comincia a sfogare la sua rabbia. La madre deve utilizzare la forza dei suoi sentimenti per intensificare il contatto e impedire al bambino il ritiro. Dovrebbe utilizzare delle istruzioni semplici con messaggi chiari. 

“Smettila di colpirmi. Quando mi allontani mi sento male. Io ti amo e voglio stare vicino”.

“Ho bisogno che tu mi ami come io amo te.”

Si deve esigere rispetto,  reciprocità, e al tempo stesso riconoscere i sentimenti del bambino e aiutarlo a mitigare l’espressione della rabbia. Le madri devono insegnare ai bambini e ai giovani ad identificare i propri sentimenti e ad esprimerli in modi socialmente accettabile.

La volontà della madre di condividere il suo dolore di fronte al rifiuto del figlio finirà per suscitarne la simpatia e la cura ilo che è l’inizio della reciprocità. Urlando da lontano ad un bambino egli si metterà sulla difensiva. Ma quando un bambino vede e sente la madre piangere tra le braccia, egli riconosce la sua intera gamma di sentimenti e vi risponderà con empatia. La rabbia si dissolverà in tenera intimità con il contatto degli occhi, il toccare, il baciare, la conversazione e l’amare, in modo molto gratificante sia per la madre che per il bambino.

Durante la fase della risoluzione, la mamma e il bambino sperimenteranno le gioie dell’amore reciproco. Si abbracceranno, si baceranno, si ascolteranno e parleranno senza barriere. Questo approfondirà il loro legame e la fiducia reciproca.

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