Gravidanza

Gravidanza a rischio: cosa fare se il battito cardiaco fetale è lento o non si sente

 

Un evento drammatico, per la futura madre, eppure è molto più frequente di quanto ciascuna madre pensi: scoprire che il cuoricino del bimbo che tiene in grembo si è, fatalmente, fermato. Non c’è più battito o non c’è mai stato. Cosa fare da quel momento in poi?

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Quando si scopre di aspettare un bambino non si vede l’ora di poter percepire la sua presenza indipendentemente dai piccoli o grandi malesseri che lo stato di gravidanza provoca. Mancano ancora parecchie settimane prima che si inizi a vedere il pancione e tanto tempo si dovrà aspettare per avvertire i movimenti del bambino, ma già dalle prime settimane di gravidanza è possibile, attraverso una visita apposita, sentire il battito fetale.

Di solito alla sesta settimana il battito si sente.  Tuttavia è ancora possibile che se per caso il momento del concepimento è avvenuto in ritardo, è da posticipare la data rispetto a quello che è stato determinato in base alla data dell’ultima mestruazione. È possibile infatti che l’ovulazione sia avvenuta in ritardo, ma i calcoli circa la durata della gravidanza si fanno a partire dalla data dell’ultimo ciclo; in questo caso la sesta settimana corrisponderebbe almeno ad una quinta se non ad una quarta settimana e questo giustificherebbe il fatto che attraverso una normale ecografia non è possibile sentire il battito del bambino.In ogni caso non bisogna allarmarsi: sarà il ginecologo stesso a dare tutte le informazioni di cui si necessità ed a spiegare quali sono i motivi per cui non è ancora possibile sentire il battito del bambino. Dalla settima settimana il battito dovrebbe sentirsi. Se così non avviene c’è da aspettarsi, da quel momento in poi, un aborto spontaneo.

Perché avviene? Spesso gli aborti spontanei nel primo trimestre sono legati ad una anomalia cromosomica del feto, di solito provocata da un problema dello sperma o dell’ovaio che impedisce al feto di svilupparsi normalmente.

Cosa fare? Lo scopo primario della terapia, che precede o segue l’aborto spontaneo, è quello di prevenire le emorragie e/o le infezioni. Più la gravidanza è in una fase precoce, maggiori sono le probabilità che l’organismo espella naturalmente tutti i tessuti fetali e che non siano necessari interventi medici. Se invece l’organismo non espelle tutti i tessuti, l’intervento a cui si ricorre con maggiore frequenza per arrestare il sanguinamento e prevenire le infezioni è la revisione uterina

C’è possibilità di ulteriori gravidanze? Assolutamente sì: conviene soltanto aspettare almeno due mestruazioni dopo un aborto spontaneo, per consentire il ripristino della funzionalità ovarica e dell’assetto ormonale. Nella gran parte dei casi non occorre fare altro.