Domande e risposte

Esiste o no il cocco di mamma o di papà? La verità (sorprendente) in uno studio americano

 

Quante volte avrete sentito i vostri figli lamentarsi: “Non è giusto, lo giustifichi sempre perché è il tuo preferito!”?…E voi lì a scusarvi e a dire che non era vero? Perché, se gli amici uno se li sceglie, i fratelli no e, fin dal primo vagito del nuovo ‘intruso’, è una lotta senza quartiere per conquistarsi il favore dei genitori e diventare così il figlio ‘prediletto’.

Continua a leggere dopo la foto

 

famiglia_anteprima

Ebbene, anche se i genitori giurano il contrario, un favorito c’è sempre e stavolta c’è la ricerca scientifica a sostenerlo! Si tratta di uno studio trasversale iniziato nel 1989 dalla sociologa Katherine Conger dell’Università della California, Davis, e condotto su un campione di 384 coppie di fratelli adolescenti (divisi da non più di 4 anni di differenza) e sui rispettivi genitori, seguiti per tre anni, con due incontri annuali. Risultati alla mano, pubblicati sul Journal of Family Psychology, il 70% dei padri e il 74% delle madri hanno confessato di avere un trattamento preferenziale nei confronti di uno dei figli, senza però specificare quale.

“È giusto che i genitori riconoscano finalmente di trattare i figli in maniera diversa – spiega la dottoressa Silvia Vegetti Finzi, che ha appena pubblicato il libro “Una bambina senza stella”. Le risorse segrete dell’infanzia per superare le difficoltà della vita” – perché tutti meritano un trattamento personalizzato. Come efficacemente spiega un detto americano, ‘il primogenito è più intelligente, ma il secondogenito se la cava meglio nella vita’: questo perché i genitori tendono a proiettare sul primo figlio tutte le loro aspettative, mentre i fratelli minori hanno sì lo svantaggio di essere relegati nelle retrovie ma, al tempo stesso, anche il vantaggio di essere ‘schermati’ dai primogeniti e di potersi quindi muovere più liberamente e senza condizionamenti”.

Peccato però che i secondogeniti intervistati non abbiano dato affatto l’impressione di saper gestire questa ‘condizione di vita privilegiata’ di cui parla la Vegetti Finzi ma, al contrario, abbiano ammesso come la disparità di trattamento da parte dei genitori nei loro confronti abbia poi avuto delle ripercussioni negative sulla loro autostima.

Non solo. I figli minori hanno anche confessato di ritenere i fratelli maggiori i veri ‘cocchi’ di mamma e papà, sensazione peraltro condivisa dalla maggior parte degli stessi primogeniti che, a precisa domanda, ha infatti confermato di considerarsi effettivamente il figlio preferito.

“Le conclusioni alle quali siamo giunti con la nostra ricerca sono state piuttosto sorprendenti – ha detto la dottoressa Conger alla rivista Quartz – perché, fermo restando che ognuno è convinto che il fratello o la sorella goda di un trattamento migliore da parte dei genitori e si senta, di conseguenza, il figlio non prediletto, l’ipotesi di partenza era che sarebbero stati i primogeniti quelli maggiormente colpiti dalla percezione di questa disparità, proprio a causa della loro condizione di figli maggiori e, quindi, con maggiori responsabilità e aspettative da parte dei genitori e, invece, non è stato così”.

Come conferma la dottoressa Barbara Howard, assistente pediatrica alla Johns Hopkins University School of Medicine, “la sensazione di non essere il figlio preferito è spesso causa di problemi comportamentali. Del resto, è impossibile che un genitore non abbia un figlio preferito e la percezione di questo favoritismo è uno dei motivi principali della rivalità fra fratelli”.