Famiglia

Educare (bene) i figli: le 5 frasi da non dire mai per non offenderli

 

Educarle i figli vuol dire pensare a quello che è il meglio, per loro. Eppure la maggior parte delle volte, spesso inconsapevolmente, sono proprio i genitori a fargli male, a ferirlo: basta una frase detta nella fretta della vita quotidiana per offenderli in un modo così forte perché sono i suoi genitori, proprio loro, quelli da cui il bambino dipende. Ecco le frasi da cancellare dal nostro vocabolario:
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Intanto…mai alzare le mani: per un genitore significa perdere di rispetto ed essere già perdente. Anche i castighi, devono essere dosati in base al bambino e alla sua età. Il bambino deve sapere che il suo comportamento, se sbagliato, avrà delle conseguenze…Ma meglio aggiungere un compito anziché togliere al bambino qualcosa, meglio il “castigo educativo”, a quello punitivo, che mortifica il bambino e lo irrita ulteriormente.

1. Sbrigati “Sbrigati” o “Forza” è la parola d’ordine del genitore, fateci caso, soprattutto la mattina, quando si accompagnano i figli a scuola: non ce n’è uno o una che non lo dica al proprio figlio, che annaspa dietro all’adulto, tentando di tenere il passo. Se diciamo loro di sbrigarsi, si sentono inadeguati e colpevoli della loro lentezza. Quasi di peso per i genitori. Nella realtà i bambini non hanno lo stesso senso del tempo degli adulti: il ritardo, la puntualità, è un concetto non ancora loro, sta invece ai genitori adeguarsi ai loro tempi, e cercare di calibrare le scadenze seguendo i ritmi dei più piccoli. E se allora bisogna dire “Sbrigati” in continuazione, vale la pena prepararsi con 10 minuti d’anticipo, per evitare l’ansia in tutta la famiglia

2. Lo faccio io, tu non sai farlo Con una frase del genere generiamo nel bambino la perdita di iniziativa. Si sentiranno incapaci e goffi, e non avranno più fiducia nelle loro azioni e nel futuro. Proprio per evitare di innescare meccanismi del genere, lasciate che i bambini facciano, anche se non faranno come voi, purché si invogli la loro iniziativa e la loro autostima.

3. Come sei lento (o disordinato, noioso…) Le frasi possono essere molteplici, a seconda dell’aggettivo che segue, ma il significato sarà sempre lo stesso: “se mamma (o papà) dice che sono così allora lo sono davvero”. Questo è il pensiero che si concentrerà nella mente del bambino, e sarà maggiore tanto quante più volte ascolterà queste parole. Mutate piuttosto queste frasi leggermente, e vedrete che il significato cambierà totalmente: “Cerca di essere più ordinato” ha un altro impatto.

4. “Non è possibile che i tuoi compagni abbiano preso un voto migliore in matematica!” Errore: essere in competizione con gli altri genitori. I genitori spesso sono in competizione tra loro per il successo dei figli. “Ma esagerare la competizione e magari fare confronti continui può dare al bambino l’impressione che gli altri siano più bravi”. Se nostro figlio fa male un compito, meglio concentrarsi sul perché ha sbagliato, non cercare la perfezione ma il miglioramento. E ricordarsi che anche i veri talenti hanno fatto degli errori.

5. “Stai attento, così ti farai male! Non salire in piedi sull’altalena…” Errore: essere iperprotettivi. Bambini troppo protetti, rischiano di diventare adulti insicuri. Il bambino deve fare la sua esperienza, deve confrontarsi anche con i pericoli e provare a superarli da solo. Nel nostro mondo occidentale non ci sono guerre, né viviamo in costante pericolo di morte, come invece era nel passato, ma le ansie genitoriali anziché diminuire sono aumentate”.