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Donne: costrette a lasciare il lavoro per restare a casa con i figli

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Costrette sempre più a lasciare il lavoro per stare a casa con i figli. Il dato allarmante è stato confermato dal recente sondaggio ”Mamme nella crisi” di Save the children.

I dati rilevati da Save the children, rivelano che rispetto a due anni fa, quando lavorava la metà delle donne, oggi lavorano solo il 45.5 per cento di esse, nel caso abbiano un unico figlio minore di 15 anni, percentuale che scende al 35.9 per cento nel caso una donna abbia due pargoli. Ma non è tutto, secondo i dati emersi, le donne costrette a lasciare il lavoro per restare a casa con i figli, godono anche di una condizione emotiva peggiore rispetto alle loro coetanee al lavoro, soffrendo maggiormente di depressione.

Le donne costrette a rimanere a casa manifestano più rabbia, tristezza, stress e preoccupazione. In pratica, esse descrivono se stesse come più tendenti alla lotta e alla sofferenza che alla realizzazione personale, sperimentando sentimenti di fatica, descrivendosi fisicamente più affaticate, annoiate e isolate. Il tutto è aggravato dal fatto che esse sentono come la cura dei propri figli venga sottovalutata.

E il rapporto tra la depressione e il basso reddito è ancora accentuato. Di fatti, tutte quelle madri che non hanno un titolo di studio elevato o una laurea, mostrano tassi di occupazione appena sopra il 30 per cento rispetto agli uomini della stessa età, per cui l’occupazione è pari al 50,3 per cento. Un altro duro capitolo nella guerra delle donne.

Insoddisfatte anche a causa dell’essere private dello status che viene fornito da una occupazione e che incide notevolmente nella sensazione di rabbia e depressione che esse riportano. D’altronde come dare loro torto, gli esseri umani vivono di riconoscimento. La spinta ad andare avanti e il contributo quotidiano alla felicità, è sentirsi apprezzate.

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