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“Devo assentarmi, posso lasciarvi i bambini?” Ma al ritorno la scoperta choc

 

 

Quante volte capita di affidare tuo figlio ad una coppia di amici. Nicola, madre di 3 figli, deve andare in ospedale con il figlio maggiore e lascia i piccoli, una bimba di 8 anni e Moko di 3, ad una coppia di amici, genitori di quattro figli, per 4 giorni. Poi la tragedia: Moko non tornerà più a casa dalla sua mamma. Il racconto della sorellina.

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Oggi Nicola non si dà pace, racconta al quotidiano Stuff, è assalita dai sensi di colpa, avrebbe dovuto capire, ma era presa dalle preoccupazioni per la salute del primo figlio. Aveva pensato di lasciarli a questa coppia di amici, solo 4 giorni, per farli stare bene e perché qualcuno si prendesse cura di loro.

Nicola chiama ogni sera a casa della coppia di amici, ma non riesce mai a parlare con Moko. Spesso Moko non può rispondere, le viene detto che è stanco o dorme o non ha voglia. Tutte scuse abbastanza plausibili per un bambino di 3 anni che sta bene, che magari sta giocando. Ma l’episodio  che avrebbe dovuto allarmarla e che oggi è il suo tormento è una telefonata che ricevette da Tania, urlando: “Quel fot**** st***** di suo figlio” ha rotto un vetro…”. Nicola è stupita dall’atteggiamento e dalla violenza, dalla rabbia che sente nelle parole dell’amica ma pensa siano dovuti al momento e si offre di ripagare il danno subito senza esitazione. Quando poi chiede di parlare con Moko le viene detto che era andato a letto e Nicola riuscirà a parlargli solo un paio di giorni dopo e lo trova tranquillo. Forse in fin di vita.

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Il giorno che Moko viene visitato dai medici di una ambulanza, chiamati dalla coppia non riusciva più a muoversi e a parlare, il suo stomaco era indurito dai continui calci e ormai le lesioni interne erano irreparabili. I due carnefici hanno dichiarato che il bambino era caduto da una catasta di legna ma in ospedale è subito stato chiaro il motivo di tante tumefazioni.

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Quella coppia di amici ha torturato e picchiato il piccolo Moko, di 3 anni, fino ad ucciderlo. Dai racconti della sorellina, un giorno  Moko aveva gli occhi e la faccia sporchi di sangue e Tania lo ha pulito con della carta igienica e ha cercato di nasconderlo in un armadio. Di tenerlo chiuso lì. L’autopsia non è riuscita neppure a stabilire con certezza la causa della morte per la presenza di troppe ferite e lacerazioni che avevano portato ad emorragie interne, anche se si presume che la causa scatenante possa essere stata la rottura dell’intestino avvenuta con un ennesimo calcio, che può aver portato anche ad un’infezione, ma potrebbe essere anche stata l’emorragia cerebrale dovuta ai pugni che lo hanno colpito più volte violentemente sulla testa.

Il piccolo bambino ucciso riportava anche ferite e contusioni in faccia e al collo, segni di morsi sulle guance e sulle braccia, lacerazioni multiple sul mento, collo, orecchie e labbra, emorragie ad entrambi gli occhi e abrasioni multiple e contusioni su petto e addome.