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“Datemi un lavoro o mia figlia muore…”. L’appello disperato di un padre

 

Quando un figlio sta male, anche una banale influenza, un virus di quelli passeggeri, il cuore di una mamma, di un papà, si fa piccolo piccolo. E rimane lì fino a quando non vedi tuo figlio tornare felice e vivace a giocare come prima. Come se nulla fosse accaduto. Abramo non vedrà più riarrotolare il nastro: la sua Serena ha una malattia che di solito colpisce i maschi, eppure per la sua bimba di 7 anni, non ci sono cure. La sua è una malattia degenerativa dei muscoli: distrofia muscolare di Becker. Riceviamo e pubblichiamo il suo appello: “Ho bisogno di un lavoro: lo so, sono un lavoratore scomodo, ho bisogno di permessi per seguirla, ma Serena è la cosa più bella che ho”.

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distrofia

di Abramo Zampella

Mi chiamo Abramo e vivo a Caivano, un piccolo comune in provincia di Napoli. Ho 43 anni e da tre sono disoccupato. Anche mia moglie non lavora, perché le sue giornate sono dedicate a Serena: nostra figlia di 7 anni, affetta da una grave malattia, la Distrofia Muscolare di Becker (DMB). Una patologia genetica caratterizzata da una degenerazione delle fibre muscolari. Un mostro che ti mortifica e ti limita nei movimenti: non può andare in bagno da sola, ha sempre bisogno di qualcuno al suo fianco.

Noi, però, non ci siamo mai arresi e abbiamo sempre provato a combattere. Con questo spirito abbiamo vissuto e affrontato la malattia fino a dicembre 2013, quando sono cominciati veramente i nostri problemi. Fino a quel momento la malattia non ci faceva paura. A dicembre 2013, dall’oggi al domani, mi sono trovato senza un impiego.

Io ho scritto a chiunque, ho bussato a mille porte, ma senza avere delle risposte. Prima sono stato autista per una ditta edile, poi imbianchino e fabbro. Sono disposto a tutto. Devo arrivare a un gesto estremo?

Il problema è che quando racconto a un datore di lavoro la mia storia, la sua espressione comincia a cambiare: avere una bambina con distrofia muscolare infatti mi rende un lavoratore “scomodo”, perché secondo la legge 104 posso ottenere permessi e agevolazioni per prendermi cura di mia figlia. Questo fatto, lo stesso motivo per cui ho bisogno di un lavoro, diventa discriminante. Anche aver superato già i quarant’anni non aiuta. Tutto quello che mi sento dire è “Vi faremo sapere, non vi preoccupate, al più presto vedremo”.

La mancanza di un’occupazione mi impedisce di dare a Serena l’assistenza di cui ha bisogno. Sta diventando un problema anche portarla al centro “Antares” di Caserta per fare le terapie.

Ho lanciato la mia petizione rivolta anche all’Unione Industriali di Napoli e al suo presidente Ambrogio Prezioso perché è un altro modo per farmi ascoltare. Lo faccio per Serena.

Voglio poter garantire un futuro e un presente dignitoso a mia figlia e per farlo ho bisogno di un lavoro.

Per leggere, firmare e condividere la petizione di Abramo, basta cliccare QUI