Malattie

Convulsioni febbrili e rischio di epilessia: il parere dei pediatri

 

Convulsioni febbrili: un fenomeno che spaventa ma che rappresenta il più frequente disturbo neurologico dell’età pediatrica. sono eventi critici parossistici convulsivi occasionali che si verificano usualmente tra il primo e il quinto anno di età in presenza di una temperatura corporea di 38°C o superiore, che non sono determinate da un’infezione del Sistema nervoso centrale (SNC) e che si verificano in assenza di precedenti episodi convulsivi senza febbre. In base alla manifestazione clinica, le convulsioni febbrili, vengono generalmente classificate in due categorie: semplici e complesse. Le forme semplici, sono le più frequenti e sono caratterizzate da perdita di coscienza, hanno la durata massima di 15 minuti e non recidivano nell’arco di 24 ore. Le forme complesse hanno una durata maggiore di 15 minuti, possono avere carattere parziale (cioè interessare solo una parte del corpo) e/o si ripetono, anche in maniera ravvicinata, nell’arco di 24 ore. Cosa fare?

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Quali sono le cause? Alla base del disturbo vi sarebbe la vulnerabilità del Sistema nervoso centrale e in particolare della barriera emato-encefalica correlata agli effetti della temperatura febbrile e con una predisposizione genetica; per questo è frequente il riscontro di altri casi tra i familiari del bambino. In molti casi l’episodio critico rimane isolato, le recidive sono più frequenti se l’insorgenza della prima convulsione è precoce, soprattutto se si verifica durante il primo anno di vita e se esiste un’anamnesi familiare positiva per CF. Non è stata dimostrata una relazione tra CF semplici ed epilessia. Il rischio di epilessia è valutato solo di poco superiore rispetto alla popolazione generale.

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cute girl with a fever

Cosa consigliano i pediatri ai genitori. E’ importante, in presenza di episodio convulsivo febbrile, mantenere la calma, al fine di mettere in atto una serie di semplici procedure utili per garantire la migliore assistenza al piccolo durante la crisi. Porre il bambino in posizione di sicurezza sdraiato su di un fianco con la testa rivolta verso il basso per evitare che inali saliva o vomito, non forzare l’apertura della bocca con mani o strumenti e non dare farmaci o liquidi per via orale. Osservare il tipo e la durata della crisi: in caso di primo episodio, allertare i soccorsi o recarsi presso presidio di primo soccorso.