Guide e Consigli

Come seguire i figli nei compiti senza ossessionarli

 

E’ tempo di pagelle, a scuola impazzano verifiche e interrogazioni e cresce nei genitori, specie le mamme, l’ansia negativa da prestazione (come se fossero loro a dover affrontare un esame o un’interrogazione), aspettative esagerate sul proprio figlio (vogliono a tutti i costi che sia il primo della classe in tutto), ossessione nel controllare l’attività scolastica del bambino (senza rendersi conto che in questo modo si lede la sua libertà di esprimersi e di sbagliare per crescere). Ma come deve comportarsi una mamma nei confronti di un figlio che va a scuola? Come accompagnarlo e sostenerlo nel suo percorso scolastico senza opprimerlo?

(continua dopo la foto)

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Se vanno male a scuola, o semplicemente non così bene come noi pretendiamo, subito innalziamo fra loro e noi la bandiera del malcontento costante; prendiamo con loro il tono di voce imbronciato e piagnucoloso di chi lamenta un’offesa. Allora i nostri figli, tediati, s’allontanano da noi. Oppure li assecondiamo nelle loro proteste contro i maestri che non li hanno capiti, ci atteggiamo, insieme con loro, a vittime d’una ingiustizia. E ogni giorno gli correggiamo i compiti, anzi ci sediamo accanto a loro quando fanno i compiti, studiamo con loro le lezioni.

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In verità la scuola dovrebbe essere fin dal principio, per un ragazzo, la prima battaglia da affrontare da solo, senza di noi; fin dal principio dovrebbe esser chiaro che quello è un suo campo di battaglia, dove noi non possiamo dargli che un soccorso del tutto occasionale e illusorio. E se là subisce ingiustizie o viene incompreso, è necessario lasciargli intendere che non c’è nulla di strano, perché nella vita dobbiamo aspettarci d’esser continuamente incompresi e misconosciuti, e di essere vittime d’ingiustizia: e la sola cosa che importa è non commettere ingiustizia noi stessi.