Guide e Consigli

“Ci stiamo separando”, i consigli dello psicologo per dirlo ai bambini

 

Una volta presa la decisione di separarsi, bisogna comunicarlo al bambino. Si tratta di un momento delicato, da gestire bene per renderlo una circostanza accettabile e non un evento troppo doloroso. Come fare? La risposta dello psicologo.

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Se la volontà di separarsi avviene entro il quarto anno di vita del bambino, non ha senso formalizzare il fatto attraverso le parole, perché fino a quell’età i bambini

I dubbi maggiori dei genitori sopraggiungono quando i bimbi invece sono più grandi.

Come dirglielo? Con semplicità gli va detto che i genitori, pur volendosi bene, non desiderano più abitare nella stessa casa. Immediatamente dopo si deve sottolineare che l’affetto che entrambi provano per lui rimarrà invariato, che entrambi per lui ci saranno sempre e sempre potrà contare su entrambi. Questa “dichiarazione di intenti” dovrà in seguito essere confermata dai fatti.

Come parlargliene: insieme? E’ diffusa la convinzione che sia meglio che i genitori comunichino insieme l’intenzione di separarsi. Invece può essere più opportuno che ciascun genitori parli a tu per tu con il bambino. In questo modo si elimina il cosiddetto “effetto triangolo” che trova la sua più deleteria espressione nell’impulso del bambino di allearsi con uno dei genitori a discapito dell’altro.

“Papà da stasera non dorme qui” Con i bambini è giusto sottolineare l’ovvio: papà avrà un’altra casa. Va quindi detto che siccome la mamma e il papà non staranno più insieme il papà andrà a stare in un’altra casa (oppure lui e la mamma o lui e il papà cambieranno casa).

Nella “casa del papà” il bambino dovrebbe avere una stanza tutta per sé? Sarebbe bene che il bambino anche nella casa del papà avesse una stanzetta tutta per sé. In questo modo è meno probabile che nella casa del padre si senta un ospite. Se non è possibile mettergli a disposizione una camera, bisogna almeno offrirgli qualche spazio che gli consenta di sentirsi comunque non solo ben accolto, ma anche atteso.

Quale errore va evitato Sono più di uno, gli errori gravissimi che possono gettare il bambino in uno stato di vero sconforto: mettere in cattiva luce l’altro genitore; cercare di tirare il bambino dalla propria parte, incoraggiandolo a prendere le distanze dall’altro genitore. Non bisogna mai dimenticare che il bambino ama entrambi i genitori allo stesso modo e che esercitare su di lui una pressione psicologica affinché in qualche modo parteggi per l’uno o per l’altro, all’interno di una sfida che non può comprendere, è una violenza.

Se c’è già un’altra persona, gli va detto subito? La conoscenza di un nuovo compagno o una nuova compagna dei genitori deve avvenire in modo il più possibile graduale. Si può cominciare vedendosi fuori casa, per esempio ai giardini pubblici. Poi si può organizzare un cinema o una pizza. Non bisogna in nessun caso forzare la mano, ma attendere con pazienza che i tempi siano maturi.