Gravidanza

Capire il mal di pancia in gravidanza: i casi in cui allarmarsi e correre dal ginecologo

 

Il mal di pancia in gravidanza è molto comune: il feto, man mano che cresce, preme sugli organi della digestione, quindi con i doloretti di pancia degli organi che si assestano dobbiamo convivere, durante la gravidanza. Nel caso in cui il dolore che avvertite è sopportabile e va via da solo, non c’è motivo di preoccuparsi, quindi, né di allarmarsi: il bimbo sta bene, è solo un problema per la mamma. Altro momento in cui è facile avvertire mal di pancia è dopo i rapporti sessuali, ma non per questo vanno evitati: spesso si tratta di contrazioni dell’utero dovuti al piacere del momento. Poi c’è il cosiddetto tacco mucoso che protegge la placenta dal canale vaginale. Quando invece il dolore si fa acuto e non accenna a svanire, potrebbe essere la spia di qualcosa di grave e bisogna immediatamente rivolgersi al medico.

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mal-dipancica

Bisogna invece preoccuparsi per il mal di pancia in gravidanza quando è persistente e fortissimo. In questo caso rimedi fai da te non servono a nulla, specie se notiamo perdite di sangue.

I primi sintomi di un aborto spontaneo sono perdite di sangue nelle prime 20 settimane di gravidanza. Quindi si manifesta il dolore, che può essere breve o persistente, lieve o acuto, a livello pelvico o della bassa schiena. Chiamare il medico per farvi visitare è la migliore cosa da fare.

Se, dopo la 20 esima settimana, avvertite forti dolori nella parte alta dell’addome e alla testa, disturbi visivi (vista sfuocata o a puntini), nausea o vomito potreste soffrire di pre-eclampsia (o gestosi), che provoca anche un anomalo innalzamento della pressione e delle proteine nell’urina. Se non si interviene immediatamente, può portare a complicanze fetali (basso peso alla nascita, parto prematuro e morte del feto) o alla morte della madre.

Potreste invece avere una gravifanza extrauterina (o ectopica) se avvertite dolori addominali, pelvici o alla schiena che peggiorano con l’attività fisica e accusi perdite vaginali rosse o marroni (che siano abbondanti o scarse, continue o intermittenti). Quando un uovo fertilizzato si impianta fuori dall’utero la gravidanza è a rischio e, se non trattata, può essere letale.

Se avvertite delle contrazioni continue molto prima della trentasettesima settimana di gravidanza, accompagnate da perdite vaginali di sangue, crampi, aumento della pressione pelvica e forti dolori alla schiena, è probabile che si tratti di un travaglio prematuro. In questo caso, il medico dev’essere immediatamente avvisato.

Sanguinamenti improvvisi ed evidenti potrebbero far pensare al distacco della placenta dall’utero, parziale o totale, prima della nascita del bambino. Oltre a questo sintomo, potreste avvertire dolori all’utero o alla schiena, contrazioni frequenti oppure la sensazione di una contrazione che non passa; in contemporanea potreste notare una minore attività del bambino. Dovete immediatamente recarvi in ospedale, dove molto probabilmente vi sottoporranno a un parto cesareo, prima che il bambino subisca dei danni

I dolori addominali, infine, possono essere causati da un’infezione del tratto urinario che, se non curata, può portare anche ad un travaglio prematuro. Questo avviene se l’infezione dalla vescica si estende ai reni: ce ne si può accorgere se si ha la febbre alta, dolore alla parte bassa della schiena o ai fianchi, nausea, vomito e pus o sangue nelle urine.