Ebbene, la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n.33593 si è espressa in favore del pm che, senza attendere l’autorizzazione di un gip, ha autorizzato autonomamente l’installazione delle telecamere di sorveglianza nell’aula.
Più precisamente gli Ermellini hanno respinto le rivendicazioni della difesa che pretendevano d’intendere l’aula come un luogo privato in cui l’accesso, durante le lezioni, è rimesso alla discrezione dell’insegnante. Pertanto l’installazione delle telecamere secondo loro richiedeva l’intervento di un Gip.
A tal proposito i Supremi Giudici hanno definito sufficiente la disposizione del pm ed hanno posto l’accento sul fatto che un’aula non può essere assimilata ad un’abitazione privata poiché è un ambiente preposto all’accoglimento di un ampio numero d’individui e deve essere pertanto intesa come “luogo aperto al pubblico” .
Una grande conquista, soprattutto per l’ampia platea di genitori che ogni anno è tormentata dalla paura che il proprio cucciolo possa subire le angherie di una maestra poco tollerante! Sembra assurdo eppure proprio nel luogo che per i nostri figli dovrebbe fungere da palestra per la vita, sempre più spesso si nasconde l’orco cattivo. Da oggi quindi sarà più semplice installare le telecamere laddove ci sia un dubbio circa la liceità comportamentale delle insegnanti.
Ma nella vita di tutti i giorni come li difendete? Adottate misure cautelari per indagare sull’operato dell’insegnante a scuola? E se si in che modo agite?
