Alimentazione

Bambini nutriti male: come non commettere errori…

Qualche giorno fa ha destato particolare scalpore il caso di un bimbo ricoverato all’ospedale Meyer per le conseguenze dell’alimentazione vegana della mamma. La storia ha naturalmente destato tantissime polemiche, con una netta contrapposizione tra chi ritiene che l’alimentazione vegana non sia adatta a “crescere” un bimbo, e chi invece ritiene esattamente l’opposto.

In tal senso, piuttosto interessante ci è sembrata l’opinione di Geraldina Fiechter, sul Quotidiano.net, in relazione al fatto che, in fondo, non sono certo i vegani i soli a poter commettere degli errori nei confronti dell’educazione alimentare dei propri figli.

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“Imposizioni, se così le vogliamo definire, la famiglia ne fa sempre, nei confronti di un figlio. Dalle scelte religiose a quelle alimentari fino a quelle più banali di come ci si veste o cosa si consuma, si tratta sempre di scelte che ogni essere umano subisce almeno fino a quando non è in grado di intendere o volere. Quindi pieno rispetto – perchè no – nei confronti di una famiglia che per i propri principi etici decide di eliminare dalla propria dieta qualsiasi alimento di origine animale. A patto però che il senso di responsabilità dei genitori sia così alto da garantire a un figlio la crescita adeguata” – ha affermato.

Per quanto concerne in particolar modo l’alimentazione, i medici spiegano che per poter garantire il corretto sviluppo neurologico al bimbo, è necessario assumere vitamina B12, non certo abbondante nella dieta vegana, e pertanto in grado di essere assunta in altro modi.

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“Bisogna andare dal medico adeguato e farsi seguire, tutto qui. Poi è vero: molte malattie del nostro mondo vengono da un’alimentazione altrettanto sbagliata, troppo ricca di grassi e zuccheri, e anche l’obesità infantile in crescita, per dire, è il frutto di uno scarso senso di responsabilità su cui tutti dovremmo interrogarci. Ma chi fa scelte radicali come quella vegana imponendole a un bambino, compie un passo delicato e difficile da gestire” – ricorda ancora Fiechter in questa opinione, qui disponibile.

E voi che ne pensate?