Bambino

Bambini dal logopedista, bisogna agire subito: ecco cosa rischiano i bambini con difficoltà nel linguaggio

 

Il linguaggio è un elemento centrale del funzionamento neuropsicologico del bambino. Il lavoro del logopedista deve cominciare prima che emerga il linguaggio, per valutare eventuali deficit, capirne la causa e intervenire il prima possibile.  Per questo è necessario intervenire precocemente su eventuali disturbi per evitare ripercussioni sullo sviluppo cognitivo e relazionale e sulle capacità di apprendimento. “Ci stiamo rendendo conto – dicono i logopedisti – che quelli del linguaggio sono un segnale importante di altri disturbi”.
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Come accorgersene? il bambino fa fatica  e stenta ad emettere suoni, pronuncia parole in modo gutturale, ha difficoltà a seguire una conversazione o modulare i propri messaggi in modo appropriato al contesto. Dalla ricerca emerge sempre più chiaramente il collegamento tra competenze linguistiche, memoria visiva, capacità di movimento: sappiamo che lo sviluppo comunicativo richiede uno sviluppo motorio adeguato, controllare i movimenti della testa e del busto e poi gattonare e camminare. Anche per questo è importante intervenire intorno ai due anni, senza ascoltare chi dice che il bambino prima o poi parlerà. Molti disturbi si risolvono da soli, ma quando si evidenzia un ritardo, è opportuno intervenire.
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Il rischio vero, da scongiurare in fase di diagnosi, è capire se si tratta di disturbo primario del linguaggio o di un deficit neurologico, sensoriale o cognitivo: oltre ai disturbi della comunicazione puri, infatti, i problemi del linguaggio possono tradire lesioni cerebrali, insufficienza mentale o deficit sensoriali come la sordità.