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Bambini al mare e in piscina: 8 regole che i genitori devono sapere per evitare il rischio di annegamento

 

Ogni anno più di 600 bambini muoiono per è il pericolo numero uno per i bambini di estate, sotto i 15 anni e ai pronto soccorso i casi di disturbi di annegamento sono 7 volte maggiori degli altri La maggior parte degli incidenti mortali che colpiscono i bambini piccoli avvengono nelle piscine del cortile, ma vi sono anche pericoli subdolo intorno alla casa e in spiaggia. o anche nella vasca da bagno.

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Regola numero 1: mai distogliere lo sguardo dal bambino quando è dentro o intorno all’acqua. Purtroppo, i bambini possono annegare silenziosamente in appena 25 secondi, anche nella parte bassa o in una piscina per bambini. I bambini che non sanno nuotare necessitano di una supervisione costante. Ciò significa che un adulto dovrebbe stare in acqua con il bambino in ogni momento, ad una distanza ravvicinata, . Una volta che il bambino ha imparato a nuotare per lunghe distanze e galleggiare sulla schiena, non sarà necessariamente bisogno di te accanto a lui, ma si dovrebbe sempre tenerlo in vista, non importa quanti anni ha. (I bambini di tutte le età possono rimanere bloccati sott’acqua, crescere stanco, o diventano preda al panico.) E non assumere sentirete il vostro bambino urlare o spruzzi, se ha bisogno di aiuto, questo è qualcosa che si vede nei film. Nella vita reale, la maggior parte bambini e adulti annegano in silenzio e in fretta.

Regola 2: ignorate il telefono: ciascuno di noi lo ha sperimentato., basta entrare in una chat e veniamo risucchiati nella conversazione e anzi ci danno fastidio tutti gli stimoli esterni capaci distoglierci. Ecco: mai perdersi nel telefono se abbiamo il bambino che gioca in acqua

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Regola numero 3: non fidatevi di materassini, canotti e animali gonfiabili da cavalcare. Se il bambino non sa nuotare non funzioneranno come salvagente. Piuttosto metteteli in acqua col giubbotto salvagente più certificato che trovate in commercio. Non lasciare giocattoli galleggianti in piscina: può invogliare il bambino a prenderli, e magari a tuffarsi, senza che sappia nuotare

Regola 4: dall’età di 4 anni tutti i bambini dovrebbero frequentare un corso di nuoto. Ma al di là della capacità tecnica di fare i vari stili, occorre sempre un bagnino quando in acqua ci sono bambini;

Regola 5: dare ai bambini il ruolo di controllarsi a vicenda. Specie se sono più grandi, può essere utili renderli responsabili gli uni degli altri. Ma l’occhio di un bambino non potrà mai sostituire quello di un adulto.

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Regola 6: se in occasione di una festa o al mare sono tanti i bambini che fanno il bagno, meglio scegliere una persona che li guardi. Oppure fare dei turni. Nel caso di una festa in piscina, quando gli adulti possono distrarsi, mettete nel budget della serata  qualcuno che tenga gli occhi sui bambini in acqua

Regola 7: insegnare loro le regole dell’acqua. mai nuotare o allontanarsi in mare da soli, mai fare i tuffi dove l’acqua e bassa, mai giocare a spingersi sott’acqua;

Regola 8: se accade il peggio e si deve salvare un bambino che ha bevuto acqua, fare qualcosa in attesa dei soccorsi è meglio che non fare nulla: praticate un massaggio cardiaco (100 compressioni toraciche al minuto) e praticare la respirazione bocca-a-bocca. Tutto questo perché mentre il cuore si ferma il sangue continui a fluire nel cervello onde evitare danni maggiori.