Salute e benessere

Allarme a tavola, gli esperti: “Non fatelo mangiare ai vostri figli!”. Divieto totale fino ai 2 anni e forti limitazioni anche dopo: i rischi che si corrono…

 

Non date zuccheri ai vostri bambini! Divieto totale fino ai due anni. E anche dopo, fino a 18 anni, non bisognerebbe superare i 25 grammi al giorno. Tanto per rendere l’idea, 6 cucchiaini scarsi. La direttiva – come riporta Repubblica – arriva dall’American Heart Association, secondo la quale non è mai troppo presto per iniziare a combattere i chili di troppo, con i rischi correlati di ammalarsi di diabete, veder proliferare i grassi nel sangue e compromettere la salute di arterie e cuore anche da grandi.

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Frutta e latte, dove gli zuccheri sono presenti naturalmente, sono invece esclusi dal bando. Per quanto riguarda almeno la prima, anzi, il suo consumo viene sempre consigliato. «Nel budget delle calorie che un bambino dovrebbe assumere — spiega Miriam Vos, la pediatra e nutrizionista della Emory University che ha coordinato lo studio dell’American Heart Association pubblicato oggi su Circulation — non c’è molto spazio per quel cibo-spazzatura in cui buona parte degli zuccheri aggiunti si annidano». L’accusa che i medici muovono a bevande e merendine è infatti quella di contenere “calorie vuote”, non associate cioè ad altri nutrienti benefici per l’organismo come proteine, carboidrati, vitamine, calcio.

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«I bambini che mangiano molti prodotti zuccherati — prosegue la Vos — tendono a trascurare i cibi salutari come frutta, verdura, cereali integrali e derivati del latte, che fanno bene alla loro salute». Poiché i primi anni danno forma al gusto anche per il resto della vita, abituarsi fin da piccolissimi a sapori dolci renderà difficile, una volta cresciuti, “liberarsi dal vizio”.

Da anni esperti e autorità sanitarie di mezzo mondo sottolineano la pericolosità dello zucchero aggiunto ai cibi, soprattutto biscotti, merendine e bibite gasate (una lattina ne contiene anche nove cucchiaini, fino a un paio si possono nascondere nello yogurt, circa quattro nei cereali della colazione). L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l’anno scorso aveva rivisto le sue linee guida, raccomandando agli adulti di non superare i 50 grammi (10 cucchiaini da tè) al giorno. Subito è stata imitata dalla Food and Drug Administration americana, che ha sforbiciato anche le sue indicazioni. La scorsa settimana, infine, la Gran Bretagna ha introdotto una tassa sulle bibite zuccherate, che entrerà in vigore nel 2018. Prima di Londra era toccato anche a Messico, Francia, Belgio e paesi scandinavi avevano intrapreso la strada fiscale per ridurre il consumo di dolci. In Italia se ne parlò qualche anno fa: la proposta fu sollevata nel 2012, ma non se ne fece niente.

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Ma come si comportano i bambini italiani? Lungi dal fermarsi ai 25 grammi al giorno, fra 2 e 9 anni raggiungono quota 87 grammi (pur sempre sotto la media europea di 97), pari a una quindicina di cucchiaini e al 20% del fabbisogno di calorie giornaliere. Secondo le indicazioni dei cardiologi americani, invece, non bisognerebbe superare il 5-10%. Quattro ragazzi su dieci fra 8 e 9 anni — ha confermato l’anno scorso lo studio OKkio alla Salute dell’Istituto Superiore di Sanità — bevono almeno una bibita zuccherata al giorno, mentre uno su due si tiene alla larga dalla dolcezza naturale della frutta.