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Addio Spelacchio: l’albero di piazza Venezia si spegne. Ma la sua vita non finisce qui: ecco cosa diventerà l’abete più chiacchierato di sempre (saranno contente le mamme)

 

Spelacchio, bye bye: cala il sipario sull’albero di Natale più chiacchierato di sempre. L’abete, tagliato in piazza Venezia a Roma, sarà poi trasportato in Trentino dove verrà trasformato in una casetta in legno, la “Baby little home” che consentirà alle mamme di accudire i propri bambini con fasciatoio, poltrona per l’allattamento e tavolino da gioco per i piccoli. Sarà questa la “reincarnazione” di Spelacchio, l’abete rosso di piazza Venezia che in fama ha senz’altro battuto i suoi predecessori. Una volta realizzata, questa casetta verrà donata all’amministrazione capitolina. Alcune persone sono venute a dare il proprio addio all’albero scattando foto e facendo partire degli applausi. L’albero che avrà dunque una seconda vita, aveva il certificato Pefc, cioè era stato tagliato nell’ambito di una gestione forestale sostenibile. A decidere del suo futuro la giunta capitolina grazie a un accordo con la comunità della Val di Fiemme.  (Continua dopo la foto)

dentro2Dopo le critiche, il falso smontaggio e successivo rimontaggio delle palle che lo addobbavano, ora, il caso dell’abete di piazza Venezia a Roma è finito negli uffici dell’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione). Al termine di una verifica condotta dopo un esposto presentato all’Autorità, l’Anac ha rilevato alcune criticità: per l’albero di Natale il Comune di Roma ha affidato il servizio grosso modo alla stessa cifra per la quale nel 2015 allestì due abeti. (Continua dopo la foto)

Rimontaggio dell'albero di Natale detto "Spelacchio"

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Inoltre, nel corso degli ultimi tre anni il servizio di trasporto, posizionamento e rimozione dell’abete è stato sempre affidato alla stessa ditta, senza rispettare il principio di rotazione. Anac ha già inviato nei giorni scorsi tutta la documentazione a Roma Capitale chiedendo di fornire chiarimenti entro 30 giorni sul contratto e sulle spese. A presentare l’esposto, sempre a quanto si apprende, è stato il Codacons e da qui è scaturita l’attività di vigilanza con cui sono state esaminate le procedure di affidamento degli ultimi tre anni.