Gravidanza

Come si partoriva 100 anni fa?

Soldiers_Son-_Pregnancy_and_Childbirth_in_Wartime_Bristol_England_1942_D10464

Vi siete mai domandati come si partoriva 100 anni fa? Quali fossero le abitudini “conclusive” della gravidanza e, in altri termini, come venissero al mondo i nostri avi?

In primo luogo, a cambiare è il contesto familiare. Mentre oggi i papà partecipano (in molti casi) al parto, un tempo questo momento era di esclusività femminile. Pertanto, gli uomini non erano presenti al momento, e la sala parto non era certamente un ospedale, quanto la camera da letto dove la futura mamma era accompagnata solo ed esclusivamente da donne. Spesso la scelta di partorire in casa rispetto all’ospedale non era data dalla scarsa consapevolezza, quanto dal fatto di volere partorire in un luogo con condizioni igieniche migliori (gli ospedali dell’epoca non erano certo comparabili con quelli odierni).

Leggi anche: 10 regole infallibili per dimagrire dopo il parto

partorire-in-casa

In merito, appare interessante soffermarsi proprio sull’aspetto igienico. Come scriveva, un secolo fa, il dottore Henry Davidson Fry nel suo libro Maternity:

L’infermiera dovrebbe prestare particolare attenzione alla pulizia e alla preparazione della pelle dell’addome, cosce e dei genitali esterni. Il primo lavaggio con acqua calda sterile e sapone, poi uno sfregamento fino ad asciugare e alla fine bisogna igienizzare le parti in una soluzione di bicloride 1- 1000 oppure di Lysol, in percentuale 1 a 100. E’ particolarmente difficile rendere le parti esterne chirurgicamente pulite. I peli pubici dovrebbero essere tagliati con forbici o rasati, l’area pulita con acqua molto calda sterile, sfregata e disinfettata con una soluzione di bicloride.

Il dottor John Gunn, in una pubblicazione ancora più remota, scriveva:

Le parti corporee soggette al parto, durante il travaglio dovrebbero essere sempre ben lubrificate e ingrassate con del lardo in quanto ciò diminuisce la sofferenza lubrificando le parti implicate nel passaggio.

3431161

Fin qui, l’illustrazione delle condizioni igieniche durante il parto. Ma cosa accadeva dopo l’avvenuta nascita del bimibo? Il dottor William Edmonds Horner, nel suo “The Home Book of Health and Medicine”, del 1835, scriveva:

Il riposo e la tranquillità devono essere strettamente osservate; nessuna visita per almeno quindici giorni o tre settimane per preservare la mamma dalla fatica di dover conversare o ascoltare qualsiasi cosa che possa agitarla o angosciarla.

Insomma, la donna veniva supportata nel rimanere sdraiata per la quasi totalità del tempo, e l’unico svago che aveva era principalmente colloquiare con il marito. Gli era inoltre impedito di salire le scade per almeno un mese, mentre per le passeggiate bisognava attendere il superamento della quinta settimana.

Leggi anche: Come sgonfiare la pancia dopo il parto in maniera naturale

tumblr_m9w5at4GHr1rwsbxu

Nello stesso volume si legge altresì come l’indolenzimento post parto poteva comunque essere alleviato da bagni di latte e di acqua calda, o da impacchi di latte e pane o semi di lino. Se la neo mamma era agitata o sentisse troppo caldo, era possibile applicare delle sanguisughe per alleggerire la sua condizione.

Per quanto attiene i supporti clinici, la figura che ha accompagnato nel parto la mamma è sempre l’ostetrica, la levatrice o la mammana. Non sempre tuttavia si trattava di persone con grande conoscenza: spesso erano semplicemente figure con più “esperienza” rispetto alle altre…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *