neonato che ride
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3 mila neonati vengono abbandonati ogni anno in Italia

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Un dato allarmante quello lanciato dalla Società italiana di neonatologia, secondo la quale  3 mila neonati vengono abbandonati ogni anno in Italia. E non si tratterebbe unicamente di straniere o di minorenni, ma per lo più (ben il 73%) si tratta di mamme italiane che tra i 20 e i 40 anni si liberano dei loro piccoli appena venuti al mondo.

Molti di essi verrebbero lasciati in zone totalmente a rischio per i neonati (strade, marciapiedi, cassonetti …) e solamente 400 lasciano li lasciano negli ospedali. Proprio in seguito ad un dato così allarmante, la Società italiana di neonatologia ha proposto l’introduzione e l’incentivazione di procedure burocratiche che favoriscano il parto in ospedale da parte delle puerpere e l’avvio immediato dell’adozione dei figli non voluti. Il progetto si chiama “Madre Segreta”, la “ruota degli esposti” e l’assistenza domiciliare alle puerpere.

Per quanto riguarda l’adozione, i neonatologi affermano: «La possibilità di partorire in ospedale e avere l’opportunità di non riconoscere il proprio figlio che verrà immediatamente avviato a un percorso di adozione consente ogni anno a decine di donne in difficoltà di portare a termine la propria gravidanza e di garantire una vita adeguata al proprio piccolo, evitando decisioni pericolose per la vita di entrambi … è nella prevenzione della depressione post partum, malattia strisciante, spesso di difficile diagnosi e che è il presupposto ai tristissimi casi di infanticidio».

Ma per quanto riguarda le adozioni  Paola Crestani, dirigente del Centro italiano aiuti all’infanzia (Ciai) impegnata da anni nelle adozioni internazionali sostiene: «Occorre molta cautela nel diffondere cifre che potrebbero creare allarmismi o false aspettative nelle coppie in attesa di adozione. Il numero delle adozioni nazionali si aggira intorno al migliaio in Italia mentre le adozioni internazionali sono circa 4mila (dati della Commissione adozioni internazionali). In Italia purtroppo manca da tempo, per quanto prevista dalla legge 476/2001, una banca dati dei minori adottabili, strumento invece indispensabile per favorire l’incontro tra un bambino abbandonato e la sua nuova famiglia».

 

 

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